Prepararsi al terzo lockdown?

Guardate, non ho programmato questo post, né ho scelto i titoli da citare. Semplicemente ho aperto i giornali per la consueta lettura e sono stato colpito da questa raffica, certamente incompleta:

Ho scelto quotidiani un po’ a caso, più o meno le stesse notizie le trovate anche altrove.

Intanto, si pensa al maxischermo all’Olimpico (e vari altri altrove) per vedere la finale dell’Europeo, ai funerali della Carrà si andrà in massa, tutti fanno tutto in grande tranquillità, senza alcun distanziamento e senza mascherine.

Vorrei ricordare anche qualche dato sulle vaccinazioni, che se anche hanno subito un notevole incremento grazie al generale Figliuolo, sono abbastanza indietro: i dati al momento in cui scrivo (9 luglio) sono di una copertura italiana del 36% della popolazione con entrambe le dosi, e 41% senza nessuna dose ricevuta (fonte). L’Italia va abbastanza in fretta, se comparate il nostro ritmo vaccinale con quello di altre nazioni, anche europee, ma ciò non toglie che 4 italiani su 10 che incontrate per strada non sono vaccinati, e che altri 2 hanno ricevuto una sola dose. La domanda che sorge spontanea è: ma allora, in questa situazione, a un miglio dal traguardo, perché diavolo ammucchiarsi insensatamente? 

Io imputo una grave responsabilità alle autorità nazionali e regionali che consentono questa apertura estiva (il maxischermo all’Olimpico, al di là del fatto in sé, è un chiaro segnale in questo senso), e solo in seconda battuta ai cittadini, che nella massa non sono tutti geni, informati, furbi e altruisti. Fra questi cittadini ne conosco personalmente più d’uno (anche insegnanti) che ragionano così: “Io non mi vaccino, tanto ci pensano gli altri, vaccinandosi, a creare quell’immunità di gregge che aiuterà anche me”. Lo segnalo per indicare che quel 40% di attualmente ancora non vaccinati non è costituito solo da persone in fila, impazienti di iniettarsi il farmaco, ma anche da no vax (nell’ampia estensione che può avere questo termine nei fatti, quindi non necessariamente complottisti e antiscientisti ma anche persone con un bassissimo senso etico in relazione alla responsabilità civica).

Intanto sta arrivando prepotentemente la variante Delta, qualche virologo già prevede, a fine mese, una triplicazione dei casi di Covid (Sileri) mentre altri (Crisanti) temono l’imminente arrivo di una variante resistente agli attuali vaccini, un timore che da solo esigerebbe un raddoppio degli sforzi organizzativi vaccinali e un’estrema cautela di autorità e cittadini.

Io che non sono un virologo non esprimo certezze né dubbi. Perché mai dovrei pensare che Speranza e il suo comitato scientifico non siano attenti e responsabili? Perché dovrei sospettare dei presidenti di Regione, dei politici aperturisti e così via? Loro, nei loro centri di comando, hanno senza ombra di dubbio molte più informazioni di me, e la possibilità di analizzarle col fior fiore degli esperti in circolazione.

In autunno tireremo le somme.

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