Tag: mondiali di calcio

E se smettessimo di seguire il calcio?

Mi sono deciso di rovinare la reputazione di Hic Rhodus perdendo in un colpo solo la metà dei lettori scrivendo un post contro il calcio. Che in Italia è un po’ come parlare male della mamma, sputare su un impiego alla Regione, far stracuocere gli spaghetti… Ho aspettato l’occasione buona e mi pare questa: buttati fuori con disonore dai Mondiali, privati dei vertici tecnici e federali, il popolo calcistico italiano appare inebetito e privo di capacità reattiva; per poco, lo so, ma intanto è possibile farla franca e allora ci provo. Il calcio è un brutto gioco; non è più uno sport ma al massimo uno spettacolo artefatto, un po’ come il wrestling; costa milioni alla collettività (non solo ai tifosi); provoca danni; è politicamente scorretto e immorale; è diseducativo. Credo di non avere dimenticato nulla, quindi corro ad argomentare.

Il Brasile tra crescita economica e proteste sociali

Si appanna l’immagine di successo del Brasile, a pochi mesi dalla celebrazione dei Mondiali di calcio?  La stampa internazionale ha dato ampio risalto alle dimostrazioni che a giugno del 2013 hanno visto più di un milione di persone protestare in cento città del Brasile. Se la miccia iniziale è stata l’aumento delle tariffe del trasporto pubblico, l’onda lunga delle contestazioni ha poi trascinato con sé un malcontento molto più ampio nei confronti del sistema politico ed istituzionale. Uno dei bersagli principali delle marce sono stati gli investimenti multimilionari per ospitare i Mondiali, gli sprechi e la corruzione. La gran parte delle mobilitazioni è stata pacifica, anche se si denuncia qualche infiltrazione da parte di gruppi della sinistra estremista. Sta di fatto, comunque, che nel paese non avvenivano manifestazioni così imponenti dal 1992, quando esplose un movimento di piazza contro la corruzione del governo dell’allora presidente Fernando Collor de Mello.