La polemica della settimana riguarda il merito, introdotto dal governo nel settore scolastico. Ma se ne parla equivocando molto su cosa debba intendersi con ‘merito’.

– Scuola, università e ricerca;
– Istruzione e competenze (dati OCSE…);
– Cinema, teatro, spettacolo;
– Musei, beni culturali.
La polemica della settimana riguarda il merito, introdotto dal governo nel settore scolastico. Ma se ne parla equivocando molto su cosa debba intendersi con ‘merito’.
Letta parla di obbligo scolastico. Carfagna polemizza parlando di asili nido. Saraceno interviene facendo ancora più confusione. Paradossi elettorali: tutti in realtà sarebbero d’accordo, ma grande è il desiderio di urlare contro gli altri.
Il ruolo dell’intellettuale nella società contemporanea nella riflessione di Alfonso Berardinelli.
Chi sono stati i grandi intellettuali italiani del Novecento? Un impietoso paragone con l’attualità.
I cosiddetti “esitanti” sono in generale persone colte che si mostrano scettiche verso il vaccino. Colte, ma non necessariamente intelligenti.
E’ morto un editore che ha pubblicato libri meravigliosi. Una riflessione.
Se le élite intellettuali sono scadenti, come si può pretendere che il popolo sia migliore?
L’ignoranza è sempre eversiva, e mina alle basi qualunque progetto democratico.
Oggi festeggiamo 20 anni di Wikipedia. Tutto bene? No, non proprio tutto…
Il Premio Strega ha incoronato Sandro Veronesi, autore di quello che molti hanno chiamato un “romanzo borghese”. Ma il fatto è che in Italia scrivere è un hobby da borghesi, e non una professione.
In un’industria editoriale stagnante e in cronica difficoltà, il romanzo è contemporaneamente il prodotto di punta e il principale malato. E il futuro?
La Ministra Pisano, Ministra dell’Innovazione in quota 5 Stelle (e qui avrete già goduto dell’ossimoro), vorrebbe introdurre una nuova materia alle elementari: il coding. Appena un altro penta-la-qualunque avrà sostituito l’incredibile Fioramonti al Ministero dell’Istruzione, procederà. Ministri che al concorso internazionale della stupidità arriverebbero secondi, quando non hanno nulla da fare e il solitario sul PC li ha stufati pensano a che novità introdurre nella scuola pubblica italiana. E a onor del vero questo sport si pratica da decenni, ben prima che la demenza si concentrasse in particolare sui casaleggini. E quindi fra invenzioni estemporanee, stipendi bassi degli insegnanti, bullismo consentito oltre misura, premi alla scuola privata e contributo significativo della sinistra (che sarebbe meglio chiamare in qualche altro modo), una delle pochissime speranze di un futuro decente per il nostro Paese è stata da tempo bruciata. Ma chi se ne frega? Ormai la generazione di chi saprebbe intervenire, concionare, indicare, ammonire in merito alla funzione strategica della scuola (e Università, e ricerca) o è morta da tempo o ha un piede nella fossa. Siete fottuti, gente!
Un ragazzino con le treccine blu non viene ammesso a scuola, a Scampia. Così l’omologazione repressiva batte l’educazione formativa.
C’è una reazione ai cosiddetti radical chic che pretendono di essere più intelligenti di leghisti e grillini. Mah… Io continuo a pretenderlo…
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Mi sono trovato a provare a mettermi nei panni di chi vota Salvini. Sono tanti e, nella mia personale esperienza anche parecchio trasversali, certo più vecchi che giovani, più “proletari” che upper class, ma trasversali (anche visti i numeri assoluti).
Credo che, parafrasando una pubblicità televisiva, a Salvini piaccia vincere facile.
In questo momento storico non contano tanto gli atti, conta il sentiment e trovo che lui sia, sempre parafrasando, lo spirito dell’Italia a cavallo. Se modifica il numero degli irregolari a proprio uso e consumo non conta, se non mantiene la promessa dei rimpatri non conta, se chiude i porti ma sbarchi e morti (meno ma non solo per merito suo) continuano non importa. Importa che lui interpreti lo spirito degli Italiani e lo faccia parlando spesso il loro linguaggio.
É difficile per chi pesa il beneficio netto che, nonostante tutto, la nostra immigrazione di bassa qualità (rispetto ad altri paesi) ci porta, assieme con la questione e il costo degli irregolari, con la tragedia di vite soffocate dall’acqua di mare, con le prigioni libiche disumane, con la necessità sociali e economiche di non essere autolesionisti per esercitare umana pietà, con il maledetto regolamento di Dublino… é difficile dicevo, per costoro (noi), elaborare un linguaggio che colpisca subito il punto e le pance delle persone.
Sì: abolizione del regolamento di Dublino e redistribuzione delle persone, vie preferenziali di accesso regolamentate, valutazione delle richieste di asilo da parte di agenzie ONU sui territori di transito e/o partenza, accordi con i paesi di emigrazione per i rimpatri; tutte cose difficili da mettere in atto, ancor più senza Europa. In mancanza cronica di quest’ultima e dei danni di cui possiamo ringraziare Francia (deposizione di Gheddafi) e gruppo di Visegrad (opposizione alla qualunque redistribuzione), almeno lui esprime una tensione che risponde alle paure dei nostri concittadini, avendole per altro alimentate.
Cito: “vedo troppe faccine nere in giro” da medico di elevata cultura classica; “si ven a fe qua, chi stega a ca sù” da vicina di casa settantenne; “io non vedo l’ora che un altro venga giù da Predappio!” da collega laureato dopo che una famiglia magrebina non gli concesso il passo, dovuto per regolamento, in un ambulatorio, segue approvazione generale; “dobbiamo pagare le spese sanitarie di mogli, madri che non lavorano e che vengono qua seguendo il marito che magari poi perde pure il lavoro” da mia moglie (che non conosce le regole per i ricongiungimenti che io ho letto ma sono ovviamente opinabili se si ragiona in termini di vantaggi economici netti)
Mi accorgo di un fastidio generale cui non riesco ad opporre un minimo ardore intellettuale, sarà che é un periodo che sono stanco, anche un po’ di me stesso, sarà che non voglio rischiare lo scontro che nel mio lavoro non mi conviene.
Infine:
Berlusconi: “Io sono come voi e parlo come voi e voi potreste essere di successo come me. Insieme noi cambieremo l’Italia affinché questo possa succedere”.
Renzi: “io sono come voi ma non ho il fardello di tutti quei soldi fatti come non si sa. Sono un po’ meglio di voi in verità ma insieme noi cambieremo l’Italia come lui sopra non é riuscito a fare”.
Grillo: “Io sono come voi e, come voi, non sono stato sporcato dalla politica. Insieme noi cambieremo l’Italia quando tutti quelli che si credono migliori di voi, quei fanfaroni tutti uguali, non ci sono riusciti”.
Salvini: “Io sono come voi. E non mi vergogno di dire le cose che tutti voi dite e pensate, perché le penso anch’io. Sono l’unico che non vi prende in giro quando dico che sono come voi e che insieme noi cambieremo l’Italia e l’Europa pure”.