Come sanno i miei assidui lettori, praticamente non sono più sui social per assoluto disgusto. Ho un profilo Facebook solo perché devo gestire gruppi e pagine (per esempio quella di Hic Rhodus). In questo momento, su Facebook, ho TRE amici, e farei a meno anche di quelli. Ciò basta, comunque, per fornirmi, sulla time line una sequenza di post di questo e quello, ciascuno affannato a fare lo splendido, la fica, il goliarda spiritoso, la saggia letterata… Quel poco – che già mi soffoca – mi conforta nell’idea che i social siano il male. Post inverosimili, battute statie, scopiazzature, frasi penose che vorrebbero essere mitiche e informate dall’estrema saggezza, ricette e “istruzioni” fantasticamente inutili, presunte citazioni ispirate, stupefacenti prodezze raccattate sul web che attirano i like, i cuoricini e commenti patetici di gente che – così penso – è stata bocciata in terza elementare (devo crederci, devo!). Ma davvero sentite il bisogno dei social?
Categoria: Media e Social
– Mezzi di comunicazione di massa;
– Social media.
[NOTA: per “Internet” in generale c’è altra categoria]
Il Grande Fratello esiste, e ti invita a usufruire della grande svendita d’estate
Il telefonino ci spia? Perché altrimenti come si spiega che Facebook sa certe cose di me?
Dopo la clamorosa definitiva sentenza di assoluzione di Kevin Spacey, uno dei migliori attori americani distrutto nella sua carriera e nella sua vita privata da accuse di molestia dimostratesi infondate, qualcuno incomincia ad accorgersi che la pratica di sbattere il mostro in prima pagina (vecchia di decine di anni), divenuta ora “lincia il mostro sui social media”, non solo è illiberale e antidemocratica, ma danneggia la causa delle vittime di abusi. Prima di tutto le donne che – qualche femminista inizia a capire – vedono il movimento MeToo fagocitato e tritato dalla macchina comunicativa perversa e afflittiva. Fra le diverse che sembrano essersi svegliate anche in Italia (Melandri sul Dubbio, Farinelli su la Repubblica) cito Angela Azzaro sull’HuffPost che scrive: “Il movimento femminista in Italia non è morto, tutt’altro. Ma bisogna riconoscere che la strada dei processi sommari, la logica del “mostro” da sbattere in prima pagina e linciare sulla piazza virtuale sono sbagliate e non ci aiutano.” Un po’ tardi per Spacey e i tanti denunciati – anche in Italia – con leggerezza massimalista, ma meglio tardi che mai.
Non tutto è 11
L’esasperazione delle notizie e del dibattito pubblico, minacciano pesantemente l’opinione pubblica e la possibilità della formazione di un’opinione equilibrata.
Una vita instagrammabile
Il karaoke di Meloni e Salvini, dopo il dramma di Cutro, vi indigna? Pensate un po’, io sono stanco morto dell’indignazione sul nulla, della rincorsa del vuoto, del banale quotidiano spacciato per politica.
Zelensky a Sanremo
Ancora una volta, la polemica su Zelensky a Sanremo non riguarda Zelensky a Sanremo, ma la visibilità di chi si agita per partito preso.
Andrew Tate, al di là della “lite” con Greta Thunberg e dell’arresto in Romania (QUI, se non sapete di cosa io parli) è un indicatore chiaro, lampante, di quanto diciamo da anni sul nostro blog. Quest’uomo, una vera testa di cazzo, è il guru TikTok della misoginia e della violenza. Spiego: probabile sfruttatore di donne e stupratore, coi suo contenuti sfacciatamente sessisti ha accumulato 11 miliardi di visualizzazioni su una piattaforma da adolescenti, con miriadi di seguaci e follower. Qui non si tratta di parlar male di un social, di invocare chissà quali misure repressive o altre stupidate. I social esistono e sono il pane e il companatico di mezza umanità; i controlli sono quasi impossibili e inutili, oltre che discutibili. Si tratta, però, di essere vigili, consapevoli, critici, se adulti; e assolutamente vigili e attenti se genitori di un minore, che potrebbe facilmente scivolare nella ragnatela di uno dei tanti schifosi individui che vivono, alla grande, adescando adolescenti e adulti stupidi. Il mondo è diventato difficile, ma se si sviluppa consapevolezza si può sopravvivere. #NonOmologatevi.
Montesano e i piccoli slittamenti amorali (n° 3)
Le stupidaggini si fanno per caso? Nell’epoca dell’esibizionismo più volgare, mi vorreste dire che tutto questo chiasso è capitato senza volere?
Poi sono arrivati i social, quell’infernale macchina grazie alla quale la previsione di Andy Warhol è andata a puttane. Siamo tutti famosi, anche se non facciamo niente di dirompente, e lo siamo sempre e per sempre, altro che un quarto d’ora. (Guia Soncini)
L’insopprimibile impulso a commentare, e come lo si dovrebbe fare
Breve guida all’insopprimibile impulso del commento.
I talk show alimentano la disinformazione e il populismo
I talk show sono il male. Sono manipolatori, faziosi, falsi. Ma perché mai continuare a guardarli?
Un mondo nuovo sta sorgendo. Non ci piacerà, ma piuttosto che lamentarci è meglio prepararci
Al dramma della guerra si aggiungono le brutte notizie delle elezioni in Ungheria e Serbia. Attenzione: sono segnali chiari di un cambiamento epocale che dobbiamo prepararci ad affrontare.
Come acari nella polvere
Come ai tempi del Covid, col suo codazzo di esperti, oggi subiamo lo straparlare sulla guerra di intellettuali che hanno dimenticato il loro ruolo sociale.
La stupidità dei social media e un libro scritto da promuovere
Abbiamo scoperto che se volete promuovere su Facebook un libro che ha nel titolo la parola “Democrazia”, semplicemente non potete.
L’esibizione del dolore nelle raccolte fondi
L’esibizione del dolore per raccogliere fondi, anche se ha uno scopo condivisibile, è una modalità discutibile.