Come sono fatte “dentro” le mummie? Per il Museo di Manchester questa domanda è sbagliata.

Come sono fatte “dentro” le mummie? Per il Museo di Manchester questa domanda è sbagliata.
Il dibattito sulla maternità surrogata per le coppie gay è, al solito, ideologico. Se non impariamo a tenere l’etica separata dalla politica, ci condanneremo a uno stato moralista, e quindi autoritario.
Il modello decisionista macroniano scricchiola, ma il suo opposto – quello consociativo italiano – è inefficace. Che fare?
Certi episodi recenti non possono essere derubricati a personali passi falsi di questo o di quello: le forme e le parole del fascismo sono inscindibilmente fascismo.
Partendo da un corso che dovrebbe insegnare Internet agli “anziani”, ragioniamo su quanto tutti siamo consapevoli di come interagiamo con la Rete
Il karaoke di Meloni e Salvini, dopo il dramma di Cutro, vi indigna? Pensate un po’, io sono stanco morto dell’indignazione sul nulla, della rincorsa del vuoto, del banale quotidiano spacciato per politica.
Concludendo questa lunga riflessione, forse dobbiamo dire che non possiamo aspettarci di capire i computer meglio dei nostri simili.
Concludiamo la serie sui “topi” con una riflessione sulle strategie sociali che adottiamo (io, voi, Putin…).
Prendiamo in esame la situazione normativa attuale relativamente alla “spiegabilità” delle decisioni dei sistemi di Intelligenza Artificiale
Siamo il frutto di una quantità inimmaginabile di vincoli, condizioni, accidenti… ma abbiamo la possibilità di riflettere su questo e dare un indirizzo alla nostra vita.
Discutere di Intelligenza Artificiale mi porta a ragionare sul senso della vita, sulla conoscibilità del mondo, e inevitabilmente sul senso del vivere collettivo e della democrazia.
Il diffondersi dei sistemi di Intelligenza Artificiale pone questioni complesse e cruciali, come quella della comprensibilità delle loro decisioni in campi delicatissimi. Cosa si sta facendo?
Prima o poi lo dovremo capire: la Democrazia in cui crediamo è una favola per bambini…
Siamo un Paese governato da un’anziana, viziata e decadente borghesia, che ricorda molto la popolazione di Capitol City in Hunger Games.
C’è una perversa eterogenesi nei risultati quotidiani, a livello di senso comune, di visione del mondo del cittadino medio, causata dall’enorme complessità sociale contemporanea, e questa eterogenesi si traduce nella complessiva inconsapevolezza in merito alle conseguenze pratiche (pratiche!) degli atti compiuti o non compiuti dai governanti (non solo da loro, ovvio). L’isolamento crescente che il governo Meloni (e Meloni in quanto premier) sta subendo a livello internazionale, è questione che potrebbe non essere chiaramente considerata e valutata nelle conseguenze. Anzi, probabilmente qualcuno pensa “Che si fotta Macron!”, oppure il classico “Tanti nemici, tanto onore” (per il “Noi tireremo diritto” occorre aspettare qualche mese…). Sempre su quest’onda, probabilmente moltissimi italiani hanno dimenticato il ruolo preminente che il governo Draghi (e Draghi in quanto premier) ha avuto per un brevissimo momento in Europa, e anche qui gli antipatizzanti draghiani avranno fatto spallucce anche all’epoca. Essere isolati, essere considerati inaffidabili, vuole dire non contare; non contare significa subire le decisioni di Bruxelles, della BCE, di Washington, di Pechino, della Libia, di Erdogan, di tutti, perché tutti sanno che non contiamo nulla, che siamo buoni solo a parlare e – spesso – straparlare, senza riuscire a costruire uno straccio di visione di medio raggio del ruolo che l’Italia dovrebbe avere nel mondo. Ma mica per avere una medaglietta da appuntarsi sul petto… Semplicemente per difendere gli interessi italiani. Non a parole.