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Al di là di quattro cosette (reddito di cittadinanza e poco altro) nel Movimento non esiste una linea o una visione politica. Tutto va avanti u po’ per caso, mischiando il marketing (sbagliato, spesso) con quella che dovrebbe essere la politica.

Il risultato si condensa in scelte che fanno pensare a un automobilista che viaggi con un tasso alcolico ben oltre i limiti consentiti.

Giuseppe Turani su Uomini e Business, 12 feb 2019

L’implosione a cinque stelle? Non per oggi

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Un articolo di Giuseppe Turani di un paio di settimane fa racconta del crollo prossimo venturo (molto prossimo, secondo lui) del M5S e ne spiega le ragioni. È un tipico articolo dietrologico e può essere molto vero, abbastanza vero o solo vericchio, e si inscrive nel filone dei molti che, disprezzando il Movimento e i loro improbabili padroni, e ritenendolo una sciagura per la democrazia, ne osservano attentamente le miserie che, essendo continue, lasciano intendere un’imminente sfracello. Ho aperto con Turani perché è circostanziato, ma credo che tutti abbiate lette critiche, anche puntuali, credibili da parte di molti autori, tanto più recentemente dopo il caso di Quarto o – meno dirompente – Civitavecchia. Anche perché è fuori di dubbio che il M5S sia un partito padronale, senza alcuna democrazia interna, con personale politico improvvisato e spesso patetico, capace di far cagnara e di costruire poco e niente, con un programma politico che fa ridere i polli e idee sulla democrazia che fanno accapponare la pelle.

Ciò detto, non sono d’accordo con Turani, De Angelis