L’Afghanistan si appresta a diventare l’hub mondiale della droga e il paradiso dei terroristi islamisti. E’ necessario continuare a parlarne, perché è fondamentale imparare qualcosa da questo disastro.

L’Afghanistan si appresta a diventare l’hub mondiale della droga e il paradiso dei terroristi islamisti. E’ necessario continuare a parlarne, perché è fondamentale imparare qualcosa da questo disastro.
Come sottolinea Franco Venturini sul Corriere la mossa di Riad di giustiziare il leader religioso sciita Nimr al Nimr è semplicemente un’altra tragica tappa della guerra fra sciiti e sunniti, ovvero fra potenze locali in Medio Oriente, per il controllo delle risorse e per il dominio geopolitico nell’area. Un conflitto che ha origini antichissime, che si complica per le diverse componenti, alcune estremiste come noto, in seno al sunnismo, e che è reso drammatico sia dai potenziali militari odierni sia dalla novità (rispetto al passato) di un terrorismo che si esercita nell’Occidente ateo e apostata e infedele per ragioni di mera propaganda interna.
I conflitti in Medio Oriente hanno un esemplare andamento storico triadico, come definito – in tutt’altro campo – da Paul Watzlawick trattando della comunicazione nevrotica (ne ho parlato QUI applicando il concetto alla comunicazione politica italiana, e QUI relativamente al conflitto israelo-palestinese). In sostanza questa triade dialogica non consente un normale scambio stimolo risposta.