Siamo il frutto di una quantità inimmaginabile di vincoli, condizioni, accidenti… ma abbiamo la possibilità di riflettere su questo e dare un indirizzo alla nostra vita.

Siamo il frutto di una quantità inimmaginabile di vincoli, condizioni, accidenti… ma abbiamo la possibilità di riflettere su questo e dare un indirizzo alla nostra vita.
I no vax sono una delle tante rappresentazioni del Grande Disagio, tutte caratterizzate da un fattore unificante: la mancanza di consapevolezza.
Voto ai 16enni? Anche NO. Per la serie “Una boiata al giorno”, per distrarre il popolo che si annoia, si sta blaterando di dare il voto ai 16enni, che se fossero quelli del primo Novecento si potrebbe anche discutere, mentre questi del nuovo millennio non sanno mettere due parole in fila e non sono informati su nulla, grazie a una scuola fallimentare e a genitori più bambocci di loro (eccezioni lodevoli a parte, quali i lettori di questo pregevole blog). Io faccio una modesta proposta alternativa: voto solo ai 40enni, purché lavorino e paghino le tasse, che abbiano fatto almeno un paio di viaggi all’estero, che sappiano italiano (lo Ius Culturae, cazzo!) e inglese e che manifestino espressamente il desiderio di partecipare attivamente alla vita politica iscrivendosi in apposite liste, previo superamento di un esame di educazione civica (qualche nozione di Costituzione, sapete, per non dire per esempio che “Conte non l’ha eletto nessuno”).
“Voi scienziati pensate troppo” disse Miss Pefko, sbottando in una risata idiota. […] Una grassona sfiatata, dall’aria sconfitta, con una tuta sporca, che arrancava al nostro fianco, sentì quello che stava dicendo Miss Pefko. Si girò a esaminare il dottor Breed, lanciandogli un’occhiata di impotente rimprovero. Lei odiava la gente che pensava troppo. In quel momento, quella donna mi colpì come la degna rappresentante di quasi tutta l’umanità. L’espressione della grassona sembrava dire che avrebbe dato in escandescenze all’istante se qualcuno avesse osato pensare un altro po’. (Kurt Vonnegut, Ghiaccio-nove)
Come segnala opportunamente Ugo Magris “Il referendum costituzionale di ottobre può diventare la nostra Brexit”. Il senso di questa affermazione viene spiegata dallo stesso Magris come l’essere, il nostro prossimo referendum, un giro di boa di rilevante importanza, uno spartiacque fra prima e dopo, fra un futuro prefigurato (buono o cattivo) e un ritorno incerto (auspicato o meno).
Poiché la lingua batte dove il dente duole devo ragionare sull’argomento Libertà e in particolare sul tema specifico della libertà individuale di scelta (l’aulico e sacro libero arbitrio). Naturalmente l’alternativa tra il fare e il non fare ha anche un limite esterno nell’oggettiva praticabilità delle alternative tra cui scegliere. Superato questo limite si è in grado di esercitare la libertà di scelta di cui siamo dotati e che ci è consentita.