Il linguaggio delle ideologie massimaliste e dei populismi vuole cambiare il tuo modo di pensare. E spesso ci riesce. È il caso di stare molto attenti.

Il linguaggio delle ideologie massimaliste e dei populismi vuole cambiare il tuo modo di pensare. E spesso ci riesce. È il caso di stare molto attenti.
Il linguaggio è ambiguo ed equivoco. Il linguaggio è potente e costruisce la realtà. Noi in mezzo a cercare di capire, usando il linguaggio strumentalmente per scopi ordinati e scientifici. Una discussione (e la Mappa 25 dedicata al linguaggio su HR).
Le parole non hanno più lo stesso significato di una volta (Raymond Queneau, Zazie nel metró)
Dacia Maraini sul Corriere si lamenta dello scontro verbale ingiurioso che domina la scena, politica e sociale, e auspica regole più severe, censure, condanne. Mi fa un po’ pena questa signora della scrittura, premio Strega, figlia di studiosi, cosmopolita, cresciuta in un periodo in cui la parola di grandi intellettuali, in Italia, contava eccome;
nulla si compie se non s’apre bocca.
Euripide, Supplici
Il linguaggio descrive, trasmette informazioni, ma soprattutto costruisce il mondo. È quella che i linguisti chiamano funzione “perlocutoria” del linguaggio che ha livelli differenti di pregnanza in Autori diversi ma, semplificando assai, significa quanto meno che la parola (detta, scritta) ha conseguenze pratiche sulla realtà. Non una semplice “descrizione” del mondo, qualcosa a margine del mondo, un suo simulacro verbale; piuttosto un’azione sul mondo; parlare, dire, scrivere, agisce sul mondo e lo cambia. Ci sono infiniti possibili esempi per mostrare questa azione trasformatrice del linguaggio: