Essere obiettivi non significa essere equidistanti. Vediamo perché.

Essere obiettivi non significa essere equidistanti. Vediamo perché.
Le smargiassate della destra impongono risposte intelligenti, non repliche scomposte, o indignate, o moraliste.
Sarà colpa di Facebook, sarà che non ci sono più gli intellettuali di una volta, il fatto è che nessuno più argomenta i suoi pensieri. Una guida.
Discutevamo ieri, in redazione, delle terrificanti boiate che bisogna sorbirsi in questa campagna elettorale, dall’abolizione dei jet privati al blocco navale dei porti. La maggior parte di queste proposte sono manifestamente false, o impossibili, o francamente stupide e onestamente, pur accettando che una parte di minus habens possa accoglierle come vere, non possiamo credere che costoro siano la maggioranza della popolazione italiana. Allora perché sparare idiozie così eclatanti? La risposta che ci siamo data è la seguente: non si tratta di proposte politiche assunte per un valore di verità (vero o sbagliato, giusto o ingiusto), ma per la loro funzione comunicativa. Sono dei marcatori semantici che, come le pisciatine dei cani, definiscono un territorio, e quindi il branco che quel territorio presidia. Gli elettori di destra non credono (salvo pochi casi umani) che con Meloni e Salvini si bloccheranno davvero i porti per impedire l’immigrazione, ma vogliono sentirlo dire perché non conta il testo (mettere navi militari a sparare ai barconi) ma solo il sottotesto, quello implicito che crea identità (siamo muscolari, siamo cazzuti, a noi nessuno ci mangia sulla testa…). Attenzione però: la comunicazione ha regole strane. Se anche lo scopo è il sottotesto, la profusione di boiate irreali che viene dispensata provoca cambiamenti nei linguaggi, e quindi nelle coscienze, e quindi nei comportamenti. Questa non è una teoria, è un’evidenza. Attenzione a maneggiare le parole, e attenzione a ciò che si dichiara di desiderare.
C’è un dibattito, marginale, sul concetto di ‘fascismo’, che vale la pena chiarire; anche perché coinvolge un altro concetto, ‘populismo’, che si è messo di traverso nella campagna elettorale.
Difficile, forse impossibile, argomentare e spiegare il mondo a chi è dominato da credenze irrazionali. Una spiegazione “logica”.
La satira è liberazione e inclusione. Al contrario, i bigotti politicamente corretti sono massimalisti ed esclusivi.
Al dunque, la ricerca sociale ha un solo strumento di indagine: la parola. Una prospettiva che apre a molteplici implicazioni epistemologiche ma anche pratiche, tecniche.
Chi contrappone una pace qualunque alla libertà, commette un errore fondamentale, che l’abitudine a dividere il mondo in Bene contro Male impedisce spesso di vedere.
L’individuo è composto da molteplici Ego, non necessariamente coerenti, che mutano velocemente col tempo. Difficile farne una descrizione precisa.
AAA, pacifismo intelligente e argomentato cercasi. Astenersi retori e spacciatori di frasi fatte.
Con quali strumenti possiamo comprendere il mondo, così complesso? L’introduzione a un “dossier metodo” che ci accompagnerà nelle prossime settimane.
Criticata Adele perché “fiera di essere donna”. Ormai l’imbecillità politicamente corretta corre veloce e a noi non rimane che rifugiarci nella scorrettezza.
Lo so che i nostri lettori possono essere un po’ stanchi di sentire parlare di no vax, ma che colpa ne ho se costoro offrono esempi cristallini di illogicità?
Perché la pensiamo diversamente l’uno dall’altro? Perché gruppi rilevanti di persone credono a teorie irrazionali e prive di fondamento, e non c’è alcun modo di convincerle del loro errore?