Fra le diverse misure di snellimento dell’apparato pubblico, capace di fornire servizi con più efficacia e minori costi, c’è indubbiamente anche l’accorpamento dei piccoli comuni, che va ad aggiungersi all’abolizione delle Province, a un ridisegno complessivo delle Regioni e ad altre iniziative di cui abbiamo più volte parlato su queste pagine.
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Perché abolire le Province (per iniziare).
[I dati qui presentati sono stati aggiornati con un post del 21 Marzo 2018]
Il dibattito in corso sull’abolizione delle Province è falsato artatamente da alcuni critici. Assistiamo in particolare all’alleanza fra sostenitori del mantenimento delle Province (per esempio molti di coloro che fanno politica in questo ambito) e antigovernativi a oltranza, o meglio anti-renziani, che nella migliore tradizione della politica italiana sono contro a prescindere; costoro propongono argomenti limitati e dati parziali che mostrerebbero l’irrisorio risparmio e l’inutilità semplificativa di questa riforma. A me pare che questi due argomenti non siano ben impostati, e che ne manchi un terzo che invece costituisce l’elemento centrale della riforma (se inquadrata – come dirò – in un disegno più generale), ovvero quello della diminuzione dei centri amministrativi e di potere a vantaggio di una semplificazione funzionale di sistema.