L’imminente conflitto turco-curdo mostra – se solo lo si vuol vedere – la diversa prospettiva geopolitica che dovrebbe animare l’Europa.

L’imminente conflitto turco-curdo mostra – se solo lo si vuol vedere – la diversa prospettiva geopolitica che dovrebbe animare l’Europa.
La situazione in Turchia pare avviata in una spirale di caos, con Erdogan che con una giravolta politica si è gettato nelle braccia dell’antico nemico russo. Quali conseguenze per l’Europa?
Chi scrive è sempre stato un sostenitore dell’ingresso della Turchia nell’Unione Europea; questo fino all’avvento di Erdogan che mi ha rapidamente convinto (specie in questi ultimi anni) che questa Turchia sia completamente incompatibile con l’Unione e che sia assolutamente necessario, fino a sostanziali cambiamenti (vale a dire: fino a che questo regime non sia completamente dimenticato), interrompere le trattative.
Mi chiedevo perché mai l’ISIS avesse deciso di attaccare, con tanta determinazione, la città kurda di Kobane, così pericolosamente vicina al confine turco. Strategicamente parlando l’ISIS non ha bisogno di Kobane. Non mi sembrano molto credibili le ragioni relative alla necessità di un passaggio di rifornimenti clandestini dal confine turco (così il Washington Post) considerando che un’amplissima parte di quel confine è già controllata da ISIS e che, con la complicità turca, ingenti quantità di denari arrivano all’ISIS via Gaziantep e miliziani dall’Europa via Nusaybin. Certo, così circondata, soffocata ormai da ISIS, Kobane deve essere sembrata un boccone facile, ma credo ci sia qualcosa di più.