In queste ore drammatiche, nell’imminenza dell’annunciata offensiva turca contro i curdi al nord della Siria, sorgono spontanee alcune domande che provo a formulare al di là dell’emozione personale verso il dramma curdo.
- Il Medio Oriente è il nostro cortile; ciò che accade da Israele alla Siria fino all’Afghanistan ha immediate e gravi conseguenze sui flussi migratori, sugli scambi economici, sulle azioni terroristiche, sulle relazioni coi vicini di casa fra i quali, ricordiamoci, c’è la scomoda Russia, mentre non ha tali conseguenze per gli Stati Uniti, come sfacciatamente ha sottolineato Trump in uno dei suoi tweet. Eppure, dalla prima guerra del Golfo (quasi 30 anni fa) gli Stati Uniti fanno e disfanno, per lo più con errori clamorosi e con conseguenze devastanti, utilizzando gli alleati europei come utili strumenti locali da usare e poi gettare, a seconda della bisogna; prima domanda: non sarebbe ora di affrancarsi da questa sudditanza culturale, diplomatica, politica? Di cosa abbiamo paura, noi europei? Dei dazi USA, del broncio di Trump, dei cosacchi di Putin?
- La Nato, che dalla caduta del muro è diventato semplicemente lo strumento di penetrazione americana in Europa in funzione anti russa, ci serve davvero? La Nato ci costringe a posizioni anti-russe funzionali solo all’economia americana, imponendo politiche contrarie all’interesse europeo. Nel caso dell’attuale imminente conflitto, ricordiamoci che la Turchia è in teoria un membro della Nato che sta compiendo azioni militari (oltre che anti umanitarie) senza consultazioni, se non con gli americani, con gli altri alleati europei. E sì che le conseguenze – per esempio in termini di profughi – si riverseranno su di noi. Seconda domanda: ma davvero ci serve ancora questa Nato, senza discussioni, senza avere alcun diritto di informazione, discussione se non addirittura di veto?
- I cliché ideologici ben incistati nella cultura europea ci fanno pensare che Putin sia cattivo, Assad cattivissimo, gli iraniani pessimi e Trump semmai strambo (ma passerà) ma in quanto americano da rispettare. Questa è sudditanza. L’operazione di Trump ed Erdogan sta spingendo i curdi a cercare appoggi in Assad e Iran, e quindi Russia. Una strategia fantastica per noi europei filo-americani! E se smettessimo di essere filo-americani, diventassimo finalmente filo-europei, e imparassimo a discutere con Putin, ragionare con lui sulla questione siriana, prendendo posizione chiaramente contro la Turchia (certo, sono 20 miliardi di scambio commerciale per l’Italia, ma la sola finanziaria anti-Iva ce ne costerà 30, guardiamo le cose nella giusta dimensione!)? E questa era la terza, retorica, domanda.
(La mappa di copertina è tratta da Il Foglio del 8 ottobre 2019)