La vicenda calabrese è particolarmente eclatante, ma questa politica fatta a naso, misurata a spanne, basata su un tiro di dadi, è diventata la regola. E noi, temo, ci siamo assuefatti.

La vicenda calabrese è particolarmente eclatante, ma questa politica fatta a naso, misurata a spanne, basata su un tiro di dadi, è diventata la regola. E noi, temo, ci siamo assuefatti.
Come rimediare al pasticcio calabrese e della sua sanità? Semplice: con un Uomo della Provvidenza!
Naturalmente, in Calabria, nessuno sapeva dell’insipienza di Cotticelli. Nessuno poteva sospettare, nessuno si è accorto…
Ovviamente il TAR di Catanzaro ha accolto il ricorso presentato dal Consiglio dei ministri tramite l’Avvocatura generale dello Stato contro l’ordinanza del presidente della Regione Calabria Jole Santelli. Ovviamente. Non compete alle Regioni emanare direttive contro una pandemia, in aperto contrasto con le decisioni del governo. Non penserete che Jole non lo sapesse? Certo che lo sapeva, ma non glie ne è importato nulla. Lei non ci rimette un centesimo, gli avvocati regionali (dipendenti pubblici o comunque pagati con denaro pubblico) hanno sbrogliato la matassa senza farle perdere neppure un minuto di tempo, lei ha guadagnato benemerenze dalla sua lurida parte politica, è stata sui giornali… Per lei solo punti positivi. Per i cittadini più stupidi (una grande quantità) il godimento di avere una Presidente coi coglioni, per i cittadini più sensibili, invece, una grande rabbia. Ma grande grande: siamo pieni di questa gentaccia, che fanno un male incalcolabile al Paese.
Una riflessione sui motivi che inducono le persone a votare un determinato partito (per esempio il M5S): scambio? convenienza di bottega o raffinata analisi politica?
Sia chiaro: ho tirato anch’io un sospiro di sollievo vedendo i risultati in Emilia Romagna. Poi ho alzato lo sguardo e mi è tornata la depressione (un post non trionfalistico)
Calabria. Non basta un brav’uomo per cambiare un’organizzazione incancrenita in decenni. Questa è solo una trovata populista e di corto respiro.
(mala ‘ndrina : cattiva famiglia)
Si parla in questi giorni di mafia a Roma. In Italia si ha la cattiva abitudine di generalizzare e di applicare etichette più a livello di “suona bene” mediatico che di appropriata definizione di un fenomeno. In questo caso di “mafia” ce n’è pochina. Criminalità certamente, ma criminalità di bassa lega assurta a “colletto bianco” per l’infimo livello civile e morale del contesto politico di riferimento. Non vorrei apparire un favoreggiatore esterno, ma gli uomini di ‘ndrangheta che ho conosciuto io a quei politici li possono guardare dall’alto in basso. C’è un solo punto in comune (o in Comune!) con questo caso ed è che anche questi squallidi criminali disponevano in modo totale dei sodali politici.