Guai discutere con chi ha certezze, che si tratti di Dio, del comunismo o del Covid.

Guai discutere con chi ha certezze, che si tratti di Dio, del comunismo o del Covid.
“Gli atei sono noiosi, perché parlano sempre di Dio” (Heinrich Böll, Opinioni di un clown).
Il cardinal Ruini ribadisce che gli omosessuali sono accolti dalla Chiesa perché si redimano, e l’omosessualità resta un peccato al cospetto di Dio. Idee insostenibili se non dentro una logica di chiusura e rifiuto.
Cambiare religione come si cambia un paio di scarpe, in condizioni estreme, con una piroetta di valori rocambolesca? Non credo…
Perché gli integralisti cattolici non ci lasciano in pace, non ci lasciano vivere come preferiamo? Forse la risposta è nella loro angoscia esistenziale.
Un desolante articolo di Scalfari sull’ego scimmiesco degli atei. Alcune doverose repliche.
Quelli a cui Dio ha parlato sono quelli che dovevano averne più bisogno (Cormac McCarthy, Non è un paese per vecchi)
La provocazione di Veronesi sull’inesistenza di Dio e il dibattito che ne è seguito non sono novità; periodicamente qualche “grande vecchio” si interroga sul Grande Mistero (qualche mese fa fu Scalfari), è normale che sia così, può essere interessante richiamare le coscienze e le intelligenze a confrontarsi col G.M. ma, onestamente, c’è un elemento che continua a rendermi profondamente perplesso: l’improprio accento di “verità” che le parti coinvolte mettono in campo nel sostenere entrambe le tesi. Veronesi per esempio, racconta, si allontana da Dio di fronte al Male (devo scrivere anche questo con la maiuscola) di Auschwitz e poi, definitivamente, di fronte al cancro, che non riesce a collegare alla volontà di Dio. Il cancro debellabile solo con la capacità del chirurgo, con la scienza della medicina. Veronesi, da quel che capisco, fa quindi un’equazione di questo genere: il Male è incompatibile con Dio e le sue conseguenze sono debellabili solo con uno sforzo intellettuale (la scienza…) quindi Dio non esiste. È quel “quindi” che resta privo di qualunque spessore filosofico ed epistemologico e tradisce un pensiero semplificativo e ingenuo.