Il cardinal Ruini spiega al Fogliola posizione della Chiesa Cattolica sull’omosessualità (una sintesi assai ampia anche sull’HuffPost); niente di nuovo: la Chiesa accoglie i peccatori ma condanna il peccato.
Le persone [omosessuali] possono certamente essere benedette, ma perché si convertano, non perché si confermino nel loro peccato. Dio stesso benedice l’uomo peccatore affinché si lasci cambiare da Lui, ma non può benedire il peccato. Vorrei sottolineare – aggiunge Ruini – la forza di questa posizione: non si tratta soltanto di una cosa che la Chiesa ha deciso di non fare, ma di una cosa che la Chiesa non può fare. Per conseguenza nessuno, nella Chiesa, ha questo potere.
L’ultima frase apre alla preoccupazione di scisma verso il sinodo tedesco che prosegue invece lungo una strada diversa.
Ruini, come Papa Francesco (che sotto il profilo dogmatico è il contrario della mente aperta e dal carisma “profetico” che tanti gli attribuiscono), commettono errori fatali.
Quando Ruini dice che la benedizione al peccato omosessuale non si può dare, non perché lo dice lui ma perché così vuole Dio, si colloca – come usuale per i preti – in una dimensione insostenibile sotto diversi profili:
- la principale dimensione insostenibile è quella della logica linguistica; io non so (e non lo sa neanche Ruini) che lingua parli Dio; certamente parla agli uomini con la lingua degli uomini (l’ha voluto Dio, ci ha creati lui così); ebbene, se Dio, che possederebbe – immagino – una lingua trascendente e assoluta, parla agli uomini, deve usare una lingua immanente e finita, e per ciò stesso ingannevole e interpretabile. D’altronde sono 2.000 anni che la scrittura dei Testamenti (che i credenti pretendono essere scritti da Dio) viene interpretata e reinterpretata, con scismi, eresie, roghi di eretici e guerre. E chi è che interpreta i Sacri Testi e ne decide l’interpretazione vera e giusta (al momento)? Degli uomini. Che poi siano illuminati dallo Spirito Santo per fornire la giusta interpretazione è essa stessa un’interpretazione, valevole per giustificare la precedente e poter allegramente accendere il rogo. Quindi: Ruini, e Francesco, e la Chiesa Cattolica allineata tutta, non possono fingere di essere buoni e mentalmente aperti ma, purtroppo, di avere le mani legate da Lui, dal Boss, che proprio non vuole. Ruini conosce la volontà di Dio esattamente come la conosco io.
- La seconda dimensione insostenibile – che deriva dalla precedente – è quella esegetica; nei Sacri Testi c’è veramente di tutto, omicidi, stupri, incesti, stermini di massa, tutto eseguito a maggior gloria di Dio; ci sono falsità fisiche e cosmologiche che riflettono l’ignoranza degli uomini dell’epoca, e che per secoli sono state ripetute a sostegno del volere di Dio e per schiacciare i blasfemi che osavano dire il contrario (Galileo ne ha saputo qualcosa); quelle parti sono lasciate nello sgabuzzino della Bibbia, e semmai giustificate come “simboliche”, da interpretare, cose che Dio ha detto perché gli uomini erano ignorantelli e non avrebbero capito (Lui ha usato un linguaggio infantile a beneficio di noi umani, tanto è il Suo amore!). A me appare evidente che scegliere chicco a chicco le perle di verità e rigettare quelle che è meglio dimenticare, e lasciare questa cernita a degli uomini (sì, lo so, lo Spirito Santo…) sia accettabile e sostenibile solo a patto di raccontarsi mattina e sera un discreto numero di bugie.
- Una terza dimensione insostenibile è quella psico-sociale e antropologica; la distinzione fra il peccatore (per carità, da accogliere, comprendere e benedire in attesa che si redima) e il peccato (sempre demoniaco, da rifiutare) fa rivoltare nelle rispettive tombe ormai due secoli di psicologi, sociologi e antropologi. Ma anche col buon senso, senza scomodare Freud, cosa dovrebbe significare questa impossibile divisione fra l’uomo in sé e ciò che fa per sua natura, per carattere, per destino? Archiviata anche dalla Chiesa cattolica l’idea che l’omosessualità sia un vizio (in qualche modo voluto, una debolezza del carattere, come bere o drogarsi), qualunque altra spiegazione (che sia una malattia, che sia una delle tante possibilità che la natura mette a disposizione, fosse anche una “scelta” di libera sessualità…) rimanda all’unicità dell’essere umano, che non è in nessun modo separabile da se stesso, da ciò che è, da ciò che prova, da ciò che fa. Il tribunale umano condanna la persona le cui azioni sono contrarie alle leggi; non separa il reo dalla colpa perché quella colpa è il reo. La Chiesa cattolica invece dice che Dio compie tale separazione; il peccato è immondo, ma l’uomo si può salvare. Uno dei tanti misteri della Fede…
- Una quarta e ultima dimensione insostenibile riguarda lo spettacolo di questi vecchi preti che – è normale, li capisco – non possono più uscire dalla propria biografia. Ruini ha 90 anni: una vita nella Chiesa attraversando tutto il Novecento e approdando nel caotico, complesso e difficilmente interpretabile Nuovo Millennio. Come moltissimi studi hanno mostrato (ma è cosa facilmente osservabile anche senza essere sociologi), l’Istituzione alla quale appartieni ti plasma, ti conforma a regole, culture, linguaggi (una specie di imprinting secondario) che ti costruiscono una corazza identitaria; tu finisci per essere quello, così fatto, così educato, così addestrato a dare determinate risposte a determinati stimoli. L’incapacità di lettura della realtà, del presente, da parte di questo vecchio prete, non stupisce poi troppo; forse stupisce un po’, solo un filino, perché da un Principe della Chiesa ci si può aspettare almeno un’ombra di capacità autocritica, di distacco, di pensiero superiore capace di analisi ermeneutica.
I cattolici tedeschi la pensano diversamente, e vedremo cosa succederà; la loro maggiore apertura fa ben sperare. Da ateo penso che se esiste un Dio, e se dovessi convertirmi, lo farò verso una religione che evita le mediazioni, o almeno le limita, come avviene fra i protestanti; il mio rapporto con Dio (gli atei, come scriveva Böll, annoiano perché parlano sempre di Dio, hanno in realtà un rapporto intenso con la divinità) è fra me e Lui, non con il filtro di vecchi uomini, stanchi e dalla fantasia scotomizzata, che pontificano sul Bene e il Male, sul Giusto e l’Ingiusto, appellandosi ad oscuri testi di qualche migliaio di anni fa, perché solo così, ormai, sono in grado di salvare la propria anima.