La crisi dei 5 Stelle è reale, ma attenzione: questa non è la crisi del populismo, che sta trovando nuovi sbocchi. Anche a sinistra.

La crisi dei 5 Stelle è reale, ma attenzione: questa non è la crisi del populismo, che sta trovando nuovi sbocchi. Anche a sinistra.
Grandi manovre a sinistra. Aumentano le sigle e scendono in campo i big anti-renziani (ultimo D’Alema). Perché? Qual è il vero scopo di queste forze destinate a piccolissime percentuali elettorali?
Cresce la voglia di populismo e di alleanza coi 5 Stelle da parte di intellettuali marxisti. Ma stanno facendo un errore colossale.
Tutti crediamo di aver ragione. Noi sappiamo, giudichiamo, vogliamo… contro gli altri stupidi, venduti, ignoranti. Ma è davvero così?
Un anno di governo Renzi (dal 22 Febbraio 2014) e un bilancio che appare nefasto a molte componenti politiche, ottimo ad altre e con chiaro-scuri ai commentatori più moderati. Io non tenterò alcun bilancio politico in senso tradizionale; voi lettori avete le vostre idee e non sarò io a farvele cambiare, e potete trovare sui giornali on line ottime riflessioni, alcune delle quali segnalate in fondo a questo articolo. Il bilancio che voglio fare non riguarda le riforme fatte o non fatte, quelle fatte a metà, quelle accusate di essere nocive in quanto “non di sinistra”… I lettori potranno trovare su questo blog molteplici articoli di Ottonieri che hanno fatto le bucce a queste riforme cogliendone elementi positivi e spesso negativi. Quello che io vorrei mettere al centro della mia breve riflessione è sostanzialmente culturale, e riguarda l’enorme strappo dato da Renzi alla politica tradizionale cercando nel contempo di vederne alcune conseguenze di prospettiva.
O Captain! My Captain! rise up and hear the bells; Rise up-for you the flag is flung-for you the bugle trills; For you bouquets and ribbon’d wreaths-for you the shores a-crowding; For you they call, the swaying mass, their eager faces turning (Walt Whitman)
Sì, Renzi è un leader decisionista, arrembante, poco incline alla mediazione. Semplificare l’atteggiamento renziano come “berlusconiano”, “democristiano” o addirittura – come a chiare lettere denunciato dalla minoranza PD – “di destra” è inaccettabile e privo di qualunque consistenza logica, come ho scritto un po’ di tempo fa qui su HR; liquidare il suo atteggiamento come cesarismo dispotico, mera comunicazione senza costrutto, improvvisazione demagogica, può avere indubbiamente un fondamento, ma solo parziale, e non aiuta ad andare molto avanti nell’analisi. Ancora una volta per capire cosa accade occorre uno sguardo diverso e non ideologico,