Dopo la sconfitta di Renzi nel referendum e la sentenza della Consulta sull’Italicum, siamo condannati a restare prigionieri della Prima Repubblica?

Dopo la sconfitta di Renzi nel referendum e la sentenza della Consulta sull’Italicum, siamo condannati a restare prigionieri della Prima Repubblica?
Ha vinto il No. Ma la gran parte delle promesse del fronte del No saranno disattese, a cominciare dal destino di Renzi.
Su alcuni aspetti della riforma costituzionale è facile trovarsi d’accordo. Su altri…
Abbiamo già visto in un articolo precedente quali criteri è bene non prendere in considerazione per valutare le propria posizione sul referendum costituzionale. In questo articolo si affronta il compito di offrire alcuni strumenti per […]
La bagarre. Termine giornalistico come ‘vacanzieri’, ‘torrida estate’ e altri cliché linguistici che entrano nell’uso comune; in questo caso un simpatico francesismo per dire rissa parlamentare, tafferuglio politico, lancio di crisantemi (contro Renzi), ingollamento di mortadella (contro Prodi), esposizione di volantini, manifesti, corde da impiccato… Perché nel Parlamento le chiacchiere a un certo punto finiscono e c’è bisogno di mostrare, esibire l’indignazione suprema, lo scandalo indicibile a cui si assiste, la mostruosità inenarrabile degli avversari. E giù un bel cazzotto se l’avversario è a tiro. E sia bagarre, quella vista alla Camera dopo l’annuncio della fiducia all’Italicum.
In Italia sono in atto due processi paralleli e profondamente connessi: la riforma costituzionale relativa al bicameralismo perfetto, che si è dimostrato, almeno qui, inefficiente e molto lungo nei processi decisionali, e la nuova legge elettorale, chiamata a sostituire l’illogico (e, pertanto, infame) Porcellum (voluto da Pdl e Lega, alias Berlusconi e Bossi), dichiarato incostituzionale e causa prima ed unica del “Parlamento dei nominati” in quanto non prevede alcun meccanismo di scelta delle persone all’interno di liste decise dai partiti, o meglio, da chi controlla i partiti.
La connessione è dovuta al fatto che l’eventuale nuovo Senato post riforma costituzionale, con competenze ridotte e diverse dall’attuale, non sarà più eletto, se non in maniera molto indiretta. Diviene fondamentale quindi, ai fini della scelta di chi governa il paese, la legge elettorale della Camera.