Letta o non Letta il PD è morto. Quali alternative possibili per una sinistra moderna?

Letta o non Letta il PD è morto. Quali alternative possibili per una sinistra moderna?
L’attesa scissione è dunque arrivata, avvolta da diverse ombre e da qualche lucina…
Rifondare la sinistra? Mah… dipende… Se ripartiamo dal lessico e usciamo dalle ideologie, forse ce la possiamo fare.
Paura, disinformazione e ignoranza sono le artefici del successo del populismo. Nel vuoto di idee della sinistra che non ha un linguaggio per il terzo millennio.
Di giustificazioni Renzi ne ha indiscutibilmente diverse, a partire dal fatto che si ritrova una maggioranza innaturale ereditata dalla precedente gestione del PD, quella di Bersani con la sua disastrosa “non vittoria” e le conseguenze successive che non dobbiamo dimenticare (incarico fallito, disastro per le elezioni del Presidente, maggioranza di Letta fondata su un compromesso bloccato e bloccante con Alfano…).
Guardate che non è mica vero che l’Italia sia un disastro pluripartitico, e non è vero neppure che ci sia alternanza, com’è vero che il pericolo dei comunisti è sempre stata solo una fortunata gag di Berlusconi. Se guardate il quadro da un pochino più di distanza, diciamo da un paio di passi indietro, vedete che le cose appaiono caotiche solo nominalmente, che i colpi di scena, le crisi di governo, i rimpasti e i tradimenti sono sempre e solo stati un gioco complicato, a volte perverso, giocato per ragioni diversissime da quelle della normale lotta politica di ideali, forze sociali contrapposte, obiettivi alternativi sostenuti da forze diverse. Al massimo si è trattato di compravendite, vendette, avvisi mafiosi, ambizioni personali, ripicche e altre tipiche sciocchezze condominiali. Provo a convincervi.
La veloce mutazione dello scenario politico italiano mette in discussione le classiche categorie politiche del Novecento. All’epoca della Prima Repubblica avevamo destra reazionaria, cattolici, sparuti gruppi di liberali, socialisti e comunisti, con varie e complicate sfaccettature e sovrapposizioni, che potevamo, con qualche sforzo e adattamento, ricondurre a succedanei del pensiero liberale (per lo più in salsa cattolica) e socialdemocratico (in nuce, e più chiaramente distinguibile dopo Berlinguer). Poi Mani Pulite, il travaglio del sistema politico e l’avventura berlusconiana, sedicente liberale, durata complessivamente un ventennio. Oggi il berlusconismo è al tramonto e cercano di affermarsi il populismo di Grillo e il liberalsocialismo di Renzi (mi assumo la responsabilità di questa provvisoria definizione per il programma di Renzi). Mentre una fattispecie di socialdemocrazia sopravvive nel PD (anzi: molte fattispecie; troppe) mi chiedo dove siano finiti i liberali, semmai ve ne sia stato qualcuno in questi decenni. A mio avviso non ce n’è neppure uno in Forza Italia perché Berlusconi, come argomenterò qui, tutto è fuorché un liberale, e il berlusconismo ha ammazzato quel che c’era di liberalismo alle origini del movimento. Grillo rappresenta l’antitesi del pensiero liberale, e certamente non è nel M5S che troviamo i superstiti di questa nobile tradizione politica. Vuoi vedere che i sopravissuti si trovano proprio nel PD di Renzi?