Alle elezioni romane i comunisti, divisi in 5 o 6 liste, non sono arrivati al 2%. Che senso ha tutto questo?

Alle elezioni romane i comunisti, divisi in 5 o 6 liste, non sono arrivati al 2%. Che senso ha tutto questo?
Teorie e filosofie funzionano così: fanno diventare o sembrare mostruosamente intelligente chiunque se ne serva senza aver mai pensato di persona alla cosa teorizzata. Ne so qualcosa, purtroppo. Appartengo a una generazione che di questo ha fatto esperienza in gioventù. Negli anni Sessanta-Settanta, ai quali non penso affatto con indulgenza, bastava parlare da marxisti e da strutturalisti per spiegare tutto e apparire geniali. In questo, soprattutto il marxismo (meglio se coerente all’estremo) è stato fondamentale e ha fatto scuola. Infatti qualunque teoria risulta perentoriamente autorevole, nonché ricattatoria e minacciosa, se viene presentata con un carattere di urgenza morale e politica. (Alfonso Berardinelli, “Il Foglio”, 31 maggio 2020)
Vocabolario di una sconfitta: 3 – “Sinistra”, parola nobile, parola desueta o parola da rinnovare?
Cresce la voglia di populismo e di alleanza coi 5 Stelle da parte di intellettuali marxisti. Ma stanno facendo un errore colossale.
I risultati delle elezioni politiche sono notizie vecchie e anche noi di HR ne abbiamo già parlato ma restano diverse domande ancora senza risposta inclusa la classicissima e sempreverde “ma perché il PD continua a farsi del male da solo?”. Mi permetterete allora alcuni appunti di carattere sociologico che devono prendere le mosse da quanto accaduto alle regionali per andare poi subito oltre.
fascismo non è impedire di dire, ma obbligare a dire
(Roland Barthes, Lezione, 1977)
Uno dei concetti più evocati dal pensiero politico moderno e contemporaneo è quello di uguaglianza. Anche se presente nel pensiero greco classico (nello stoicismo) e ovviamente nel Cristianesimo, volendo qui parlare di temi politici non è utile andare più in là del ‘6-‘700 e in particolare, per abbreviare questo incipit, delle due grandi rivoluzioni che caratterizzarono il XVIII Secolo, quella americana (1776) e quella francese (1789). Il concetto di uguaglianza è stato declinato in molti modi, e quell’uguaglianza additata dai ribelli americani e dai rivoluzionari francesi ha per esempio pochissimo a che fare con l’uguaglianza invocata da Marx e da Lenin (la voce “Uguaglianza” del Dizionario di filosofia Treccani citato in fondo è sufficientemente chiaro e ad esso rimando).