L’Atlante dell’infanzia a rischio 2021, da poco pubblicato da Save the Children, ci ricorda l’assoluto valore strategico di una riflessione sulle condizioni dell’infanzia.

L’Atlante dell’infanzia a rischio 2021, da poco pubblicato da Save the Children, ci ricorda l’assoluto valore strategico di una riflessione sulle condizioni dell’infanzia.
La cronaca segnala quella che appare una persecuzione femminile. E’ un problema culturale ampio e complesso, ma c’è spazio per l’ottimismo
Si sta per votare il testo della legge Cirinnà sulle Unioni civili in un Senato spaccato anche trasversalmente nella maggior parte delle forze politiche. Quello che non a tutti sembra chiaro è per cosa realmente si voti e quali siano i sentimenti reali della maggioranza del Paese.
Il cosiddetto divorzio breve (ma non brevissimo) è legge e va segnalata la grande convergenza politica su un testo che poteva essere migliore ma che deve essere computato come una vittoria democratica e liberale. “Democratica e liberale”, e quindi non della destra estrema (Meloni) e non della Chiesa cattolica. Onestamente io sono lieto della legge e potrei infischiarmene della Meloni e dei cattolici più oltranzisti, ma a partire da quello che loro sostengono, nella loro contrarietà, si può fare un esercizio interessante di carattere antropologico.
Sparire, non farsi trovare più, irrintracciabili. Succede a una quantità impressionante di persone per le ragioni più svariate: alcune di matrice criminale, altre causate da malattie. Altre volte sono incidenti. Poi, a distanza di anni, viene ritrovato semmai un cadavere in circostanze surreali, come è accaduto pochi giorni fa a Primo Zanoli scomparso da un ospedale nel modenese e ritrovato mummificato in un cunicolo semi-inaccessibile del medesimo nosocomio. Come c’è finito? Un particolare momento di follia di un uomo fino alla sera prima normalissimo? Qualcuno ha ordito questo macabro piano per ragioni oscure?
Guai postare un seno su Facebook, neppure di un’opera d’arte o il nudo artistico di una maternità. Adesso anche Google decide di applicare filtri pudibondi e la logica censoria sui social network è in preda a una discreta anarchia (bigottismo feroce su Facebook e libertà assoluta su Tumblr, che dispone di filtri applicabili a discrezione dell’utente); va bene. Ma possiamo parlarne? Possiamo parlarne nello stile HicRhodusiano?