AAA, pacifismo intelligente e argomentato cercasi. Astenersi retori e spacciatori di frasi fatte.

AAA, pacifismo intelligente e argomentato cercasi. Astenersi retori e spacciatori di frasi fatte.
I parlamentari che per polemica si sono dati assenti al discorso di Zelensky non sono rappresentanti del popolo con legittime opinioni diverse. Chi ha opinioni diverse sceglie i luoghi e gli argomenti per sostenerle, e questa si chiama democrazia. Questi invece sono omini piccini: poco cervello e poca etica, poca compassione e niente politica. Solo sciagurata ciarlataneria.
Spogliarsi delle appartenenze, delle convinzioni profonde, dei luoghi cognitivi che danno identità… E’ l’unico modo per essere liberi.
Avviamo la nostra indagine sui modi attraverso i quali è possibile conoscere i comportamenti degli individui. Oggi: complessità individuale, caos e fluire storico.
Il nazionalismo di Putin […] non è un nazionalismo grandioso, ma un piccolo nazionalismo. È il nazionalismo di un piccolo Paese – un nazionalismo che ha una vocetta strana, come quella del nazionalismo serbo che negli anni Novanta sbraitava su avvenimenti del XIV secolo. È, sia chiaro, una voce arrabbiata, ma non ha il tono profondo e tonitruante dei comunisti. È la voce del rancore nei confronti dei vincitori della Guerra fredda. È la voce di un uomo la cui dignità è stata offesa. Le aggressive invasioni di campo di una Nato trionfante lo fanno infuriare. E cova la sua rabbia. Ma anche il suo rancore manca di grandeur. E manca, in ogni caso, della capacità di dare spiegazioni. Gli zar potevano spiegare perché la Russia aveva suscitato l’inimicizia dei rivoluzionari liberali e repubblicani: ciò era avvenuto perché la Russia difendeva la vera fede, mentre i liberali e i repubblicani erano i nemici di Dio. Allo stesso modo, anche i leader comunisti potevano spiegare perché l’Unione Sovietica si era fatta a sua volta dei nemici: ciò era avvenuto perché i nemici del comunismo sovietico erano i difensori della classe capitalista e il comunismo costituiva il disfacimento del capitalismo. Putin, invece, parla di “russofobia”, e questo implica un odio irrazionale, qualcosa che non si può spiegare. E, nel suo rancore, non punta neppure a qualche virtuoso obiettivo supremo. (Paul Berman, La catastrofe intellettuale di Vladimir Putin, “Linkiesta”, 18 marzo 2022)
Una modesta proposta per definire gli intellettuali, e coloro che proprio, assolutamente, non possono essere chiamati tali.
Con quali strumenti possiamo comprendere il mondo, così complesso? L’introduzione a un “dossier metodo” che ci accompagnerà nelle prossime settimane.
Come ai tempi del Covid, col suo codazzo di esperti, oggi subiamo lo straparlare sulla guerra di intellettuali che hanno dimenticato il loro ruolo sociale.
La guerra in Ucraina ci mette ansia. Il bombardamento dell’ospedale pediatrico di Mariupol ci fa orrore. Ma oltre alle guerre con i proiettili, viviamo da anni molteplici guerre combattute con altri mezzi, ma altrettanto letali.
Gli analisti sono piuttosto d’accordo: la Russia è vicinissima al default, ovvero alla bancarotta. Ma cosa succederà in quel caso?
Il pacifismo ideologico, capace di giustificare l’aggressione putiniana, spiegato attraverso l’analisi dell’israeliano comunista Pappè.
Si parla molto di genere. Moltissimo anzi: bla bla bla bla bla…
Certo che vogliamo la pace! Ma intanto ora, proprio adesso, cosa proponiamo di fare per il popolo ucraino, chiacchiere a parte?
Il Male esiste, e a volte ha un nome e cognome: Vladimir Putin, per esempio, ma ce ne sono dozzine d’altri.
Putin è pazzo? Forse non in senso clinico, ma la sua accentuata paranoia e il suo delirio di potenza rendono ancora più inquietanti le sue azioni. E l’Occidente deve reagire.