Tag: Cina

Auto da fé

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I jihadisti dell’Isis hanno raso al suolo il sito archeologico di Hatra, dopo Nimrud e dopo la furia iconoclasta contro le statue assire al museo di Mosul. Come scrive Giordano Stabile sulla Stampa

L’interpretazione estremista del Corano che segue l’Isis spinge i jihadisti a considerare inammissibili edifici risalenti all’epoca pre-islamica, ma anche quelli riconducibili ad altre fedi o ad altre sette dell’Islam o quelli in cui si onorano leader religiosi defunti.

Inutile deprecare dal salotto. Finché non elimineremo politicamente e militarmente questi pazzi fanatici assisteremo a teste mozzate, beni rubati e musei distrutti, oltre naturalmente agli avversari uccisi, alle donne stuprate, al terrore come normalità, all’ignoranza elevata a dogma e altre piccolezze di questo genere.

Farmaci, qual è il prezzo giusto?

Closeup Money rolled up with pills falling out, high cost, expensive healthcareRecentemente, ho ricevuto una mail da parte di un’associazione internazionale di attivisti che attirava la mia attenzione sulla visita che Barack Obama ha appena compiuto in India. Uno dei temi che dovevano essere in discussione, infatti, è la questione relativa alla normativa indiana sulla proprietà intellettuale, che attualmente impedisce alle multinazionali del farmaco di brevettare in India una serie di farmaci “salvavita” per i quali aziende farmaceutiche locali producono “generici” sostitutivi che hanno un costo enormemente inferiore. Non è facile dire se i colloqui si siano incentrati anche su questo argomento (alcuni resoconti parlano genericamente di un impegno del Premier indiano Modi a facilitare gli investimenti esteri e a offrire un contesto di mercato “più aperto”, che potrebbe voler dire diverse cose).

Ma qual è il prezzo “giusto” dei farmaci?

Se la Cina investe in Italia è un bene o un male?

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Nello scorso giugno, il nostro Primo Ministro Matteo Renzi è stato in visita ufficiale in Cina, e in quell’occasione è stata definita una serie di accordi bilaterali soprattutto relativamente a collaborazioni industriali e commerciali, ed è stato adottato un “Piano d’azione triennale per il rafforzamento della cooperazione economica tra Italia e Cina”. A ottobre, il Primo Ministro cinese Li Keqiang ha restituito la visita, confermando i buoni rapporti tra Cina e Italia, e va detto che il 2014 ha visto un’impennata degli investimenti cinesi in Italia. Tutto bene quindi? Vediamo.

Come ho imparato a dimenticare la bomba

Più di una volta ho immaginato l’incanto che seguirebbe a una guerra atomica: finalmente la terra senza uomini! (Emile Michel Cioran)

Siete giovani? Siete troppo giovani per ricordare La Bomba? L’incubo di una generazione addirittura precedente la mia e che io bambino, poi ragazzo, ho assimilato di sfuggita, nella ricca fantascienza americana apocalittica, nell’ormai stracco confronto fra i blocchi cessato repentinamente nel 1989-1990. Il confronto nucleare non c’è mai stato, per fortuna, e adesso che abbiamo un’America così democratica da essere presieduta da un nero (!) e una Russia capitalista governata dal “caro amico” Putin (cit.) nessuno pensa alla Bomba. Non che il mondo sia perfetto, questo no, ma la Bomba… la Bomba no, non popola più i nostri incubi notturni. Male. Personalmente credo che ci si dovrebbe preoccupare molto più adesso che non trent’anni fa. Trent’anni fa il potere della Bomba era in mano a mezza dozzina di persone sul pianeta, soggette a diversi controlli di sicurezza. Oggi chi ha le chiavi degli arsenali nucleari? Perché questi arsenali sono ancora ricchi e pronti all’azione…

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Quel magico decennio, 25 anni fa, quando tutto iniziò ad andare a rotoli

 

“Sì, scrivere come si pensa è una bella cosa,” rispose Pococurante; “è il privilegio dell’uomo. In tutta la nostra Italia si scrive unicamente quel che non si pensa; gli abitanti della patria dei Cesari e degli Antonini non ardiscono avere un’idea se prima non gliene dà licenza un domenicano” (Voltaire, Candido).

Quando ero bambino (un sacco di anni fa, sì), tutto andava abbastanza bene: c’erano le mezze stagioni; il cinematografo era un divertimento meraviglioso; ci potevamo permettere la carne una volta a settimana ma mia mamma, grande cuoca, sapeva appagarci tutti i giorni; la guerra in Europa era un ricordo e di lontane guerre in posti sconosciuti si sentiva a malapena parlare in TV. Chi ce l’aveva. Naturalmente i miei genitori erano preoccupati per il confronto nucleare fra i blocchi, la crisi di Cuba etc., ma io che ne sapevo? Questo è durato a lungo. Sono cresciuto con l’impagabile lotta politica fra democristiani e comunisti, con l’idea degli italiani brava gente e dei poveri negri come sono trattati male in America, l’idea del crescente benessere e del boom (di bambini e di PIL), le prospettive di un mercato comune europeo, addirittura! Poi, più tardi, gli hippie, la guerra del Vietnam e Canzonissima, ma sì, tutti assieme mescolati in un unico spettacolo pirotecnico che si ammirava da lontano: tragedie e commedie, tutte assieme, in ben due canali televisivi!

Poi è accaduto che questo finto cerchio di innocenza si spezzasse.

Lo scontro di civiltà prossimo venturo, anzi già attuale

Anche se famoso come titolo, e per ciò stesso equivocato e spesso ridotto a slogan, il testo di Huntington presenta elementi di attualità importanti. In questo post non voglio fare l’esegesi di Clash of Civilizations, e i lettori interessati troveranno in coda il testo originale dell’articolo del 1993; l’idea dell’Autore ha ricevute diverse e corrette critiche a svariate semplificazioni ed errori che – secondo alcuni commentatori – non ne minano però l’apparato concettuale fondamentale. È a partire dalle intuizione di Huntington che vorrei osservare come il binario storico imboccato dalla “civiltà” (permettetemi di utilizzare il termine di Huntington, anche se discutibile) islamica sia ormai decisamente in rotta di collisione con quello Occidentale.