Almeno, almeno, cerchiamo di mantenere viva la memoria, specie quella delle responsabilità di chi fu colluso, di chi lo è tuttora…

Almeno, almeno, cerchiamo di mantenere viva la memoria, specie quella delle responsabilità di chi fu colluso, di chi lo è tuttora…
Il nuovo trattato fra USA, GB e Australia mina la stabilità nel Pacifico in funzione anticinese, ignorando ancora una volta gli alleati europei.
Siamo sicuri di poter essere, contemporaneamente, atlantisti E europeisti? Forse è il momento per avviare una riflessione su una migliore Europa, affrancata dalla NATO.
Gli USA fuggono dall’Afghanistan lasciandola agli orrori talebani. La Cina ringrazia. L’Europa, al solito, ha pochissimo da dire.
La litigata in diretta fra cinesi e americani ad Anchorage è rivelatrice di un certo etnocentrismo occidentale, che continua a ignorare la realtà complessiva della Cina.
Roberta Lombardi cerca di riscrivere la storia del M5S. D’altronde si sa, la Storia viene scritta dai vincitori, e i populisti sono al governo e devono presentarsi con una faccia rispettabile.
La repressione degli uiguri, quella dei tibetani, dei ceceni, dei curdi e di decine di altre minoranze nel mondo. E noi possiamo fare veramente poco.
L’Occidente è alle strette con la seconda ondata di virus. L’Oriente no. Perché? Una riflessione sulla crisi della democrazia occidentale.
Mentre l’Occidente piange ipocritamente per la repressione ad Hong Kong, le strategie di Cina e Usa convergono verso un punto di non ritorno. Ma i giochi potrebbero essere tutti già fatti.
Mentre in Italia e altrove il dibattito sul 5G assume toni grotteschi e ideologici, la realtà corre sotto il nostro naso imponendo scenari ai quali non potremo sottrarci.
I regimi sono davvero più efficienti delle democrazie? Se anche fosse, come la mettiamo se i sudditi non sono più soddisfatti del regime?
Si continua a straparlare, anche in margine alle risoluzioni per contrastare il virus, di libertà, con evidente riferimento a un concetto settecentesco e irreale. Quella libertà è morta, assieme alle democrazie occidentali, e il futuro prossimo venturo sarà molto diverso da come ve lo immaginate…
Le città deserte, una bellezza non godibile. Idee, ideologie e certezze in frantumi causa virus. A chi non piace parlare di responsabilità. E altro ancora.
Le notizie dalla Cina mostrano da un po’ di giorni un’inversione di tendenza, il superamento del picco, l’efficacia del contenimento e delle pesantissime misure adottate dal governo della Repubblica Popolare. Ben lontani dall’avere superato la crisi, ovviamente, i cinesi hanno comunque dimostrato un alto grado di ubbidienza alle autorità, disciplina e pazienza, doti nate certamente nella difficile storia di quel Paese e affinate negli anni terribili di Mao. Oggi i cinesi imprendono, viaggiano, fanno un sacco di belle cose, ma quando il Governo, o il Partito, stringono la mordacchia, i cinesi sanno che occorre tacere, chinare il capo e stare uniti. Non so come intendete definire il regime cinese; “dittatura” mi pare eccessivo, ma sia come volete, in ogni caso è senza ombra di dubbio un governo autoritario e massimalista. Ma per governare un miliardo e mezzo di persone e traghettarle dalla miseria al benessere diffuso in pochissimi decenni, forse, non c’erano molte alternative. Così come far superare la crisi del virus col minimo di vittime… In Italia invece siamo tutti iperdemocratici, amiamo la libertà, il bel vivere e il fare come cazzo ci pare, e abbiamo una classe dirigente di una levatura infima, come ha sottolineato pochi giorni fa Ottonieri su questo blog. Così, apprendiamo dalla stampa, il decreto Conte è un colabrodo, probabilmente è stato divulgato in anticipo per fargli un dispetto, i Prefetti non hanno indicazioni operative, molti cittadini hanno infranto e continuano a infrangere le regole della quarantena, a Roma la movida continua con allegria a diffondere il morbo, PERÒ, diamine, siamo in democrazia, e nessuno può dirci quello che dobbiamo fare. Viva la libertà! La conclusione è presto detta: indipendentemente dalla reale pericolosità del virus (da “è una frescaccia” fino a “moriremo tutti”) questo Paese starà ancora facendo i conti col virus e si leccherà le ferite quando la Cina starà già ripartendo alla grande. Il problema quindi si sposta: lasciamo pur stare quanto è grave questa volta; sappiamo comunque che la volta che lo sarà (questa, o la prossima) non avremo scampo.
Ed ecco il coronavirus cinese a popolare i nostri incubi di occidentali ansiosi e viziati. E come rispondiamo? Con lo sciocchezzaio della consueta omologazione 2.0.