Guai discutere con chi ha certezze, che si tratti di Dio, del comunismo o del Covid.

Guai discutere con chi ha certezze, che si tratti di Dio, del comunismo o del Covid.
Cambiare religione come si cambia un paio di scarpe, in condizioni estreme, con una piroetta di valori rocambolesca? Non credo…
La gente non può andare in chiesa e la CEI protesta. Ma lo fa in un modo curioso, affermando qualcosa che, forse, non doveva affermare…
Quando il diritto confligge con la fede, a chi dare ragione nel rispetto dei diritti fondamentali? (Il caso della circoncisione)
Un desolante articolo di Scalfari sull’ego scimmiesco degli atei. Alcune doverose repliche.
Permettetemi una dichiarazione preliminare, una sorta di excusatio non petita che chiunque abbia un po’ di dimestichezza con lo scrivere e il comunicare sa che non si deve fare, mai. In questo post tratterò comportamenti religiosi che contrastano col vivere in una comunità laica. La prima parte del post girerà intorno alla natura di questi comportamenti: sono veramente “religiosi”? Voglio dire: certe cose decisamente bizzarre le ha veramente volute Dio?
Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio (Mc 12,13-17)
Durante la visita americana il Papa avrebbe incontrato Kim Davis incoraggiandola per la sua posizione oltranzista contro i gay. Per gli smemorati: Kim Davis è un’impiegata pubblica della contea di Rowan, Kentucky, USA, che per numerose volte si è rifiutata di concedere la licenza matrimoniale a coppie omosessuali che in quello Stato possono legalmente sposarsi.
Ho trattato molte volte il tema dell’ideologia, qui su HR, in forme più o meno dirette e con riferimento a fatti politici contingenti (in fondo all’articolo l’elenco dei post). Qui vorrei trattarne in generale, per fare chiarezza, perché ritengo sia un concetto cruciale nella nostra epoca, da comprendere per cercare di distaccarci dalle ideologie, di superarne le pastoie, i vincoli, i legacci che ci impediscono di giudicare il mondo con autentica libertà di pensiero o, quantomeno, con minori restrizioni alla nostra possibilità di comprendere cosa accade, perché succede, cosa sia meglio fare.
Quelli a cui Dio ha parlato sono quelli che dovevano averne più bisogno (Cormac McCarthy, Non è un paese per vecchi)
La provocazione di Veronesi sull’inesistenza di Dio e il dibattito che ne è seguito non sono novità; periodicamente qualche “grande vecchio” si interroga sul Grande Mistero (qualche mese fa fu Scalfari), è normale che sia così, può essere interessante richiamare le coscienze e le intelligenze a confrontarsi col G.M. ma, onestamente, c’è un elemento che continua a rendermi profondamente perplesso: l’improprio accento di “verità” che le parti coinvolte mettono in campo nel sostenere entrambe le tesi. Veronesi per esempio, racconta, si allontana da Dio di fronte al Male (devo scrivere anche questo con la maiuscola) di Auschwitz e poi, definitivamente, di fronte al cancro, che non riesce a collegare alla volontà di Dio. Il cancro debellabile solo con la capacità del chirurgo, con la scienza della medicina. Veronesi, da quel che capisco, fa quindi un’equazione di questo genere: il Male è incompatibile con Dio e le sue conseguenze sono debellabili solo con uno sforzo intellettuale (la scienza…) quindi Dio non esiste. È quel “quindi” che resta privo di qualunque spessore filosofico ed epistemologico e tradisce un pensiero semplificativo e ingenuo.