Con il cosiddetto Supermartedì, che ha assegnato i delegati di undici Stati, le primarie in USA hanno fornito indicazioni che, se non definitive, sono ormai certamente nette, e lasciano profilare uno scontro per la Presidenza tra Hillary Clinton e Donald Trump, due candidati diversissimi, tanto da non sembrare davvero il prodotto di uno stesso sistema politico. Mentre Hillary Clinton è una “predestinata”, legata a doppio filo a tutti i “poteri forti”, Trump è un outsider che corre contro l’establishment del suo stesso partito, un’anomalia tanto evidente da sollecitare una riflessione sul perché e sul come sia potuto arrivare così vicino alla poltrona più ambita del mondo (e, chissà, sedervisi?).
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Volete sicurezza o volete libertà?
Il mondo occidentale, sempre più impaurito e arroccato, corre verso continui miglioramenti ai sistemi di sicurezza e controllo dei cittadini. A scapito della loro libertà. Per esempio il paesaggio urbano si è modificato notevolmente negli ultimi decenni; prima foreste di antenne TV, poi giardini di parabole, ora inesplorabili moltitudini di apparecchi di videosorveglianza e centraline telefoniche che non vi abbandonano un istante. Se siete dei balordi qualunque il vostro reato difficilmente sfuggirà a geolocalizzazioni, tabulati telefonici, moltitudini di video. Se siete raffinati professionisti del crimine invece riuscirete a schivare questi occhi che proteggono i sonni delle brave persone, ma con sempre maggiore difficoltà e maggior impegno da parte vostra.
¡Que viva Cuba!
La mediazione di Papa Francesco, l’apertura storica di Obama che ha chiesto al Congresso la rimozione dell’embargo, adesso la visita ufficiale di Raúl in Vaticano. Un’epoca durata mezzo secolo sta velocemente lasciando il posto a uno scenario più nuovo e più giusto, perché niente di peggio dell’embargo ha minato la credibilità americana in tutto il Centro e Sud America e costretto un popolo alla fame, quella vera, per ragioni ideologiche che se avevano una qualche giustificazione decenni fa, da decenni sono solo una crudeltà insensata.
Il turco lunatico di Barak Obama
di Lee Smith
Hic Rhodus offre ai lettori un punto di vista particolare, quello degli ebrei americani più critici verso l’Amministrazione Obama, sui rapporti fra Stati Uniti e Turchia nell’ambito della crisi mediorientale. La proposta di questa, come di altre future traduzioni, non significa una necessaria condivisione della redazione di Hic Rhodus sulle molteplici questioni trattate e sui giudizi espressi dall’autore.
Questo articolo è riprodotto da Tablet Magazine, “Tablemag.com”, la rivista online di notizie ebraiche, idee e cultura, col permesso dell’editore. Traduzione, note e suggerimenti finali per ulteriori letture sono a cura di Hic Rhodus.
Mangeremo tutti OGM. In un TTIP
Non so bene cosa detti l’agenda delle priorità nelle coscienze collettive. Non è solo questione di diritti calpestati di cui indignarsi, notizie drammatiche che coinvolgono emotivamente, non è questione di manipolazione massmediale… Forse siamo semplicemente entrati in un’era in cui si consuma tutto troppo velocemente e fatichiamo a capire quali siano le cose fondamentali, quelle solo importanti e quelle trascurabili. Così ci accapigliamo sulle riforme istituzionali (importanti), chiacchieriamo sul seno nudo della Ministra (trascurabile) e semmai ci lasciamo passare sulla testa, inconsapevoli, notizie che cambieranno in peggio la nostra vita nell’imminente prossimo futuro, come la minaccia alla Network Neutrality di cui ha parlato Ottonieri la settimana scorsa o come l’accordo Ttip che minaccia di renderci tutti asserviti agli interessi delle multinazionali americane di cui vi parlo in questo articolo.