Una bellissima riflessione di Alessandro Barbano, che dovete assolutamente leggere, su una declinazione del relativismo come soggettivismo, non immune (anzi: inevitabilmente predisposto) all’errore e al conflitto.

Una bellissima riflessione di Alessandro Barbano, che dovete assolutamente leggere, su una declinazione del relativismo come soggettivismo, non immune (anzi: inevitabilmente predisposto) all’errore e al conflitto.
Il problema del linguaggio di genere è reale. Ma ci sono modi corretti per affrontarlo e scivoloni ridicoli da evitare.
Il dibattito sui diritti LGBT (analogamente a quello sui diritti delle donne) ha subito un’accelerazione impropria privata di prospettiva storica.
Rula Jebreal, invitata in TV come esperta di questione palestinese, rifiuta perché ci sono troppi maschi in trasmissione. Come fare danni a una giusta causa, accecate dall’ideologia.
C’è una contraddizione – scrive argutamente Quagliariello – fra la legge Zan contro l’omofobia e il sostegno delle quote rosa. Discutiamone.
Ci sono poche donne nel Governo Draghi. Apriti cielo! Ma nessuno si indigna perché manca una rappresentanza di ragionieri umbri…
Difficile essere donna in una società ancora maschilista? Non troppo, se la donna è intelligente…
Premesso che nelle mie email di lavoro a gruppi misti, di maschi e femmine, io scrivo di regola “Car* collegh*” (con gli asterischi) per evitare un linguaggio sessista e che, naturalmente, mi sforzo in diversi campi e in forme differenti di rispettare una minima parità di genere anche in forme più sostanziali, ciò premesso sono infastidito dalla corsa a un anti-sessismo estremista e, permettetemi, un po’ cretino.