Draghi chiama Erdogan dittatore. E spiega che bisogna parlare chiaro sia pure “cooperando” per gli interessi del Paese. Una straordinaria discontinuità politica; una lezione per i politici italiani e per i leader europei.

Draghi chiama Erdogan dittatore. E spiega che bisogna parlare chiaro sia pure “cooperando” per gli interessi del Paese. Una straordinaria discontinuità politica; una lezione per i politici italiani e per i leader europei.
La cooperazione allo sviluppo (che comunque in Italia si fa pochissimo) costa troppo per quello che realmente produce.
La Diplomazia della Scienza è un modo per avvicinare popoli diversi in nome della conoscenza e della reciproca condivisione di informazioni.
Le puntuali, ravvicinate e minacciose notizie dell’escalation militare nordcoreana non potranno restare a lungo ignorate. Anche se in parte i “successi” della tecnologia bellica di quel Paese sono discutibili elementi di propaganda, è di pochi giorni fa la notizia della prova di missili intercontinentali che, assieme all’asserita disponibilità di ordigni atomici e al bellicoso e continuo linguaggio aggressivo di Kim Jong-un, non è che possa far dormire sonni tranquilli.
L’etichetta, che Annunziata e altri commentatori hanno applicato all’orrore di Parigi, è suggestiva quanto errata. La verità è peggiore. Non è una guerra ma guerriglia terrorista. Non c’è scontro fra nazioni e popoli, e loro eserciti, ma stillicidio di azioni isolate e imprevedibili realizzate da persone di svariata nazionalità, spesso con pochissimo in comune tranne l’odio verso l’Occidente giustificato da una matrice religiosa neppure sempre precisa.
Il Tribunale internazionale sul diritto del mare di Amburgo sta lavorando sulla vicenda marò (solo per decidere in merito alla giurisdizione, si intenda bene, non certo per capire come siano andate le cose) e si riaccendono i riflettori sul caso, mai veramente spenti del tutto, che vedono due principali schieramenti in Italia: i nazionalisti innocentisti che al grido “Riportiamo a casa i nostri marò!” erano disponibili anche a improbabili atti di forza militare (giuro, l’ho letto); solitamente collocati a destra vedono in campioni quali La Russa (uno dei principali responsabili della vicenda, come vedremo) un loro paladino. Sull’altro fronte, diciamo di sinistra, oltre a un mare di sospetto e indifferenza come usuale da quella parte (mai stata a suo agio su temi di ordine pubblico, esercito etc.), una pattuglia di poco illuminati giustizialisti che ha già giudicato e condannato Girone e Latorre.
Il quadro: Mancanza di solidarietà europea; problema ormai da considerare endemico e non eccezionale; aumento dell’emergenza in un Paese che – a differenza di altri – annega in un bicchier d’acqua, figuriamoci di fronte a questi sbarchi continui; leggi vergognose che aggravano i problemi (la Bossi-Fini) e comunque incapacità di applicarle con rigore; allarme sociale crescente con massiccio posizionamento di un elettorato spaventato verso partiti lepenisti e fascisti; conflitti fra istituzioni (per esempio fra Regioni che non vogliono ospitare i migranti e lo Stato) che non fanno il bene di nessuno; che altro? Costi, sprechi, morti in mare, alimentazione di una tratta umana che oltre a essere vergognosa è infiltrata da malavita organizzata e signori della guerra… Ho dimenticato qualcosa?