Kevin Spacey, licenziato in tronco dal set di House of Cards, bandito da Hollywood per presunte molestie sessuali… È innocente! Adesso, chi paga i danni?

Kevin Spacey, licenziato in tronco dal set di House of Cards, bandito da Hollywood per presunte molestie sessuali… È innocente! Adesso, chi paga i danni?
In momenti critici come questo, il moralismo produce confusione e danni enormi.
La cancel culture impazza e mette all’indice fiabe, scrittori, filosofi, alla luce di una nuova e “corretta” morale. Ora siamo pronti, e possiamo avviare una campagna per abbattere quel testo violento e maschilista della Bibbia.
Il disegno di legge a firma Scalfarotto e altri vuole difendere gli omosessuali ma crea un paradosso: li espunge dalla categorie delle ‘persone’.
Non fare la predica sui testi di Sfera Ebbasta. Tutta la storia della musica pop (e rock, e soul…) è piena di sesso e droga. Anche quella italiana.
La fantasía abandonada de la razón produce monstruos imposibles: unida con ella es madre de las artes y origen de las maravillas (Francisco Goya)
Qualche anno fa Antonio Albanese creò il terrificante personaggio del Ministro della Paura. Con l’occhio acuto degli autori del suo calibro Albanese ha individuato un elemento profondo, oscuro, potente (perché irrazionale e ingovernabile, sostanzialmente animale) della creazione del consenso, della gestione del potere: la paura. Evito qualunque spiegazione tecnica e fornisco solo una definizione preliminare che ci servirà come strumento di lavoro (e che sintetizzo da quelle che potete trovare anche voi navigando sulla Rete).
Stato emotivo consistente in un senso di insicurezza, di smarrimento e di ansia di fronte a un pericolo reale o immaginario o dinanzi a cosa o a fatto che sia o si creda dannoso (Treccani.it).
Vi segnalo due parole fondamentali: ‘immaginario’ (il pericolo) e ‘credere’ (che sia dannoso). La paura può essere reale o immaginaria; presunta; prefigurata e ingigantita nella mente; alimentata da fattori oscuri, la notte, l’abbandono, i rimpianti… La paura di ciò che non si conosce, non si padroneggia, non si governa ma ci aspetta al varco alla fine del viaggio, del colloquio, del mese… della vita.