Una ricerca internazionale ci colloca ai primi posti come “percezione della realtà”. Però la percezione non è la conoscenza, e la ricerca mostra i suoi limiti.

Una ricerca internazionale ci colloca ai primi posti come “percezione della realtà”. Però la percezione non è la conoscenza, e la ricerca mostra i suoi limiti.
Leggere è fondamentale ma in Italia non si fa. Per i pochi che amano leggere, quali sono i migliori classici di sempre?
Qualche giorno fa, un articolo di Wired era intitolato I contenuti prodotti dagli utenti valgono più dei media tradizionali. Pur (a mio avviso) con qualche imprecisione, l’articolo aveva il pregio di affrontare un argomento che è al cuore della rilevanza che Internet ha assunto in questi ultimi anni, da quando cioè si parla di Web 2.o: i contenuti prodotti dagli utenti, lo User-Generated Content, o UGC.
Da poco è stato pubblicato il rapporto OCSE Science, Technology and Industry Outlook 2014, che presenta una fotografia estremamente dettagliata dello stato della ricerca e dell’innovazione tecnologica a livello mondiale. Dato che si tratta di un argomento che sta molto a cuore a Hic Rhodus, vi proponiamo alcune delle evidenze che contiene, insieme ovviamente alle nostre considerazioni.
Molte volte, qui su Hic Rhodus, abbiamo parlato della scuola italiana, in termini anche molto critici, per il livello disuguale e insufficiente di preparazione che garantisce agli studenti, per l’obsolescenza dei suoi programmi e dei suoi docenti, per la sua tendenza a dare priorità ai pur legittimi problemi occupazionali della categoria piuttosto che alla qualità del servizio che offre.
Tuttavia, nonostante (o forse anche per) tutto ciò, non c’è dubbio che il sistema scolastico italiano sia uno dei fattori decisivi per un rilancio del nostro Paese, che della conoscenza non può fare a meno. Proprio per questo, è particolarmente sconfortante leggere i dati relativi alla dispersione scolastica, che vedono l’Italia nei primissimi (o meglio ultimissimi) posti relativamente ai tassi di abbandono scolastico.
[I dati qui presentati sono stati aggiornati con un post del 21 Marzo 2018]
Qualche giorno fa, sono stati resi noti i risultati di un’indagine condotta in 18 paesi nell’ambito del PISA (il programma OCSE per la valutazione degli studenti) sulle competenze di base in ambito economico-finanziario degli studenti quindicenni.
I risultati, come non di rado accade, sono particolarmente poco lusinghieri per i ragazzi italiani (che sono risultati complessivamente al 17° posto seguiti solo dai coetanei colombiani), e vale la pena di analizzarli più da vicino, chiedendoci anche se in questo caso quella emersa sia una lacuna imputabile principalmente ai ragazzi stessi, alla qualità dell’istruzione che ricevono, o ad altre ragioni.
Come preannunciato nel post sull’importanza della Statistica, vorrei “rileggere” alcuni temi di particolare interesse e molto presenti nel dibattito politico utilizzando le evidenze statistiche disponibili, in particolare quelle fornite dall’Istat e dall’OCSE.
Il tema forse più rilevante a giudizio di quasi tutti i commentatori italiani è quello del lavoro, rispetto al quale le proposte e le discussioni mi sembra si concentrino su due obiettivi prevalenti: