Discutere di Intelligenza Artificiale mi porta a ragionare sul senso della vita, sulla conoscibilità del mondo, e inevitabilmente sul senso del vivere collettivo e della democrazia.

Discutere di Intelligenza Artificiale mi porta a ragionare sul senso della vita, sulla conoscibilità del mondo, e inevitabilmente sul senso del vivere collettivo e della democrazia.
Benedetto XVI era un avversario della scienza, come hanno scritto in molti? Forse, ma certamente era in numerosa compagnia.
Aspro scontro di potere in Vaticano. Ma i contendenti non sono stati ispirati dallo Spirito Santo? Qualcosa non quadra…
Il Papa va in tv al talk show di Fazio. Su Amazon si vende l’acqua “benedetta” di Lourdes, la confessione – causa Covid – si può fare “in terza forma” (cioè collettiva). Ovvio che i seminari restano deserti e alle funzioni religiose ci vada sempre meno gente. La religione è trascendenza e quindi mistero. La vecchia messa in latinorum biascicata dal popolo ignorante che storpiava le parole era una litanìa magica, e i preti erano figure sacre a prescindere, anche perché di quello che combinavano nelle sacrestie si mormorava a malapena, non veniva sbattuto nelle prime pagine. Senza quel mistero, senza il segreto, l’incomprensibilità del divino, l’assoluta inaccessibilità del Papa, viene meno il fondamento della religione, la sua necessità. E’ inevitabile. La contemporaneità divora i misteri, su Internet trovate facilmente ogni possibile martello concettuale e narrativo alla demolizione della fede. Il Papa si è mostrato vicino alla gente, e quindi è amato? Sì, ma è amato come uomo, come vicino di casa, tanto alla mano. Fine dell’esoterismo, del timore verso l’infinito e l’ignoto, del sacro.
Guai discutere con chi ha certezze, che si tratti di Dio, del comunismo o del Covid.
“Gli atei sono noiosi, perché parlano sempre di Dio” (Heinrich Böll, Opinioni di un clown).
Il professore decapitato in Francia dal giovane estremista ceceno ci riporta ad alcune semplici riflessioni sulla laicità dello Stato. E sulla fortuna – sotto questo profilo – di vivere in Occidente.
Cambiare religione come si cambia un paio di scarpe, in condizioni estreme, con una piroetta di valori rocambolesca? Non credo…
Prime chiare conseguenze sociologiche della crisi del virus: stanno scomparendo i personaggi di mezza tacca e i palloni gonfiati. L’Europa dipende dalle religioni? Una cronaca a puntate del mondo ai tempi del virus.
Alle origini del pensiero antiscientifico e caotico che sta prendendo piede nel mondo.
Ci sono ragioni democratiche e liberali per dire “No” al velo integrale e a ciò che rappresenta. No al velo, no ai simboli religiosi divisivi, sì all’inclusione e all’uguaglianza in uno Stato laico.
Un desolante articolo di Scalfari sull’ego scimmiesco degli atei. Alcune doverose repliche.
Abbiamo da poco commentato la pretesa di imporre i propri simboli religiosi, con riferimento al velo e al rifiuto della stretta di mano femminile. Il quel post ce la prendevamo in particolare con due atteggiamenti islamici ma siamo stati attenti a includere tutti i simboli di qualunque religione, incluso il crocifisso, per intenderci.
Permettetemi una dichiarazione preliminare, una sorta di excusatio non petita che chiunque abbia un po’ di dimestichezza con lo scrivere e il comunicare sa che non si deve fare, mai. In questo post tratterò comportamenti religiosi che contrastano col vivere in una comunità laica. La prima parte del post girerà intorno alla natura di questi comportamenti: sono veramente “religiosi”? Voglio dire: certe cose decisamente bizzarre le ha veramente volute Dio?
1) Solo una persona in malafede può non riconoscere l’esistenza di un Islam moderato. Anzi: le persone di fede islamica (nelle sue varianti) che desiderano vivere “normalmente”, lavorare, crescere i propri figli e pregare il proprio dio in santa pace sono la stragrandissima maggioranza.