Il Papa va in tv al talk show di Fazio. Su Amazon si vende l’acqua “benedetta” di Lourdes, la confessione – causa Covid – si può fare “in terza forma” (cioè collettiva). Ovvio che i seminari restano deserti e alle funzioni religiose ci vada sempre meno gente. La religione è trascendenza e quindi mistero. La vecchia messa in latinorum biascicata dal popolo ignorante che storpiava le parole era una litanìa magica, e i preti erano figure sacre a prescindere, anche perché di quello che combinavano nelle sacrestie si mormorava a malapena, non veniva sbattuto nelle prime pagine. Senza quel mistero, senza il segreto, l’incomprensibilità del divino, l’assoluta inaccessibilità del Papa, viene meno il fondamento della religione, la sua necessità. E’ inevitabile. La contemporaneità divora i misteri, su Internet trovate facilmente ogni possibile martello concettuale e narrativo alla demolizione della fede. Il Papa si è mostrato vicino alla gente, e quindi è amato? Sì, ma è amato come uomo, come vicino di casa, tanto alla mano. Fine dell’esoterismo, del timore verso l’infinito e l’ignoto, del sacro.
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Ma come mi permetto?
Guai discutere con chi ha certezze, che si tratti di Dio, del comunismo o del Covid.

Dio
“Gli atei sono noiosi, perché parlano sempre di Dio” (Heinrich Böll, Opinioni di un clown).

La blasfemia è un indicatore di libertà
Il professore decapitato in Francia dal giovane estremista ceceno ci riporta ad alcune semplici riflessioni sulla laicità dello Stato. E sulla fortuna – sotto questo profilo – di vivere in Occidente.

Sulla conversione di Silvia Romano (e non solo)
Cambiare religione come si cambia un paio di scarpe, in condizioni estreme, con una piroetta di valori rocambolesca? Non credo…

Cronache del virus # 5
Prime chiare conseguenze sociologiche della crisi del virus: stanno scomparendo i personaggi di mezza tacca e i palloni gonfiati. L’Europa dipende dalle religioni? Una cronaca a puntate del mondo ai tempi del virus.

Antiscientismo è barbarie
Alle origini del pensiero antiscientifico e caotico che sta prendendo piede nel mondo.

No al velo. No ai simboli divisivi. Sì all’inclusione laica
Ci sono ragioni democratiche e liberali per dire “No” al velo integrale e a ciò che rappresenta. No al velo, no ai simboli religiosi divisivi, sì all’inclusione e all’uguaglianza in uno Stato laico.

Gli atei hanno un ego scimmiesco?
Un desolante articolo di Scalfari sull’ego scimmiesco degli atei. Alcune doverose repliche.

Il burkini non è un diritto umano
Abbiamo da poco commentato la pretesa di imporre i propri simboli religiosi, con riferimento al velo e al rifiuto della stretta di mano femminile. Il quel post ce la prendevamo in particolare con due atteggiamenti islamici ma siamo stati attenti a includere tutti i simboli di qualunque religione, incluso il crocifisso, per intenderci.

Delle cose bizzarre che Dio proibisce e della laicità dello Stato
Permettetemi una dichiarazione preliminare, una sorta di excusatio non petita che chiunque abbia un po’ di dimestichezza con lo scrivere e il comunicare sa che non si deve fare, mai. In questo post tratterò comportamenti religiosi che contrastano col vivere in una comunità laica. La prima parte del post girerà intorno alla natura di questi comportamenti: sono veramente “religiosi”? Voglio dire: certe cose decisamente bizzarre le ha veramente volute Dio?
Poche considerazioni sull’Islam moderato, il suo silenzio e la nostra stupidità
1) Solo una persona in malafede può non riconoscere l’esistenza di un Islam moderato. Anzi: le persone di fede islamica (nelle sue varianti) che desiderano vivere “normalmente”, lavorare, crescere i propri figli e pregare il proprio dio in santa pace sono la stragrandissima maggioranza.

La mancanza di libertà di pensiero (non) religioso in Italia
Il Freedom of Thought Report è il rapporto annuale sulla discriminazione contro gli umanisti, atei e non religiosi redatto da IHEU – International Humanistic and Ethical Union.

Il mondo secolarizzato entra stretto nei vecchi schemi religiosi
Con ‘secolarizzazione’ i sociologi intendono l’abbandono progressivo delle pratiche religiose a favore di concezioni, valori e stili di vita laici o, quanto meno, non condizionati da dogmi; ciò implica una minore partecipazione alle funzioni religiose e una esplicita dichiarazione di estraneità, o quanto meno di non appartenenza, alla comunità dei fedeli oppure ad alcuni suoi momenti, riti, forme espressive.
Il muro delle differenze culturali non si abbatte col martello delle buone intenzioni
Anche per chi è convinto dei valori del relativismo culturale, per chi l’ha studiato e ne conosce non solo i concetti di base ma anche le ragioni storiche e materiali, risulta difficile accettare la dichiarazione di Sami Abu-Yusuf, imam della moschea di Colonia, che ha dichiarato che le vergognose molestie di capodanno a danno di centinaia di donne sono in sostanza colpa delle donne stesse, troppo profumate e troppo poco vestite.