Uno dei modi per descrivere l’evoluzione della nostra specie riguarda la rappresentazione del mondo, da magica a scientifica, passando per forme religiose da “primitive” a evolute. Più o meno in questo modo:
Magia | Animismo | Politeismo | Monoteismo | Esoterismo | Scienza |
Preciso che moltissimi avranno da obiettare su questo schemino ipersemplificato utile per una presentazione preliminare del nostro tema. Chiarisco quindi che:
- Magia: il mondo è incomprensibile e i poveri esseri umani delle origini cercavano di contenere l’angoscia del Sole che tramontava (sarebbe tornato?), dell’Inverno che arrivava (sarebbe cessato?), dell’antilope che fuggiva (sarebbero riusciti a cacciarla?) con pratiche (possedute da un iniziato) di dominio sulla natura. Compiamo un rito e il Sole tornerà; compiamo un sacrificio e l’Inverno passerà…
- Animismo: la natura è animata da molteplici forze; il Sole tramonta e risorge perché possiede una sua coscienza; la Natura è benefica o matrigna a seconda della personalità e della volontà delle varie “anime” che la abitano.
- Politeismo: molteplici divinità, rappresentatrici di forze diverse, di pulsioni e orientamenti differenti: forze del bene e del male, divinità creatrici o solo propiziatrici.
- Monoteismo: un solo dio creatore, capace di giustificare con la sua esistenza tutto l’universo, tutte le sue forze, tutte le sue contraddizioni.
- Esoterismo: tentativi di dominare la natura, o alcune sue manifestazioni, con pratiche empiriche prescientifiche (alchimia, astrologia…).
- Scienza: “Insieme delle discipline fondate essenzialmente sull’osservazione, l’esperienza, il calcolo, o che hanno per oggetto la natura e gli esseri viventi, e che si avvalgono di linguaggi formalizzati.” (Enciclopedia Treccani)
Ripeto: è tutto schematico, molti avranno da ridire sulla posizione della religione e sull’(antica) gerarchia fra politeismo e monoteismo… Non mi serve una migliore precisazione, e anche con queste approssimazioni possiamo andare avanti.
Accade che, anche se da Magia a Scienza abbiamo varcato secoli e secoli di storia, nulla si supera mai completamente, e ciascuna delle 6 distinte rappresentazioni del mondo e del posto che vi occupa l’uomo continua a vivere, semmai trasfigurata, mimetizzata, a volte svilita: continuiamo a leggere gli oroscopi, guardiamo con curiosità a religioni e movimenti new age, e sostanzialmente assistiamo a un nuovo sincretismo di grande rilevanza.
Col termine ‘sincretismo’ si intende generalmente, in antropologia e non solo, la convergenza di idee diverse, il loro mescolamento in un’unità nuova che ignora le profonde differenze originarie e ne accoglie le contraddizioni. Generalmente il termine è utilizzato nella storia delle religioni, dove gli elementi sincretici sono innumerevoli. Ebbene, la storia del nostro rapporto con la natura e l’Universo ha proceduto sostanzialmente come illustrato in figura fino a gran parte del ‘900:
Scomparsa della magia, forte riduzione dell’esoterismo e chiara separazione fra scienza e religione.
Ma questo fragile equilibrio si è rotto con la crisi del modello scientifico positivista, causalista, meccanicista che ha dominato da Newton fino alla meccanica quantistica ma, più in generale, da Bacone fino a Weber, da Lutero fino a Paolo VI, da tutti coloro che nello spettro filosofico, religioso, speculativo verso la natura, immaginavano un mondo “chiuso” (dualista, interamente comprensibile) fino agli interpreti della rottura del cerchio della comprensibilità e l’immaginazione di un mondo aperto, mai interamente conoscibile, monista sotto il profilo filosofico (natura e uomo sono un tutt’uno anche in quanto a osservazione) e pluralista sotto quello gnoseologico. Gli anni ’60, per prendere un riferimento più evocativo che preciso, sono stati gli anni dell’emergere di paradigmi scientifici costruttivisti, non lineari, pluralisti; della messa in discussione dei modelli capitalistico-borghesi, del sincretismo new age e dell’inizio del secolarismo in Occidente; e così via. Questo processo è stato un’onda culturale possente, durata un ventennio, al termine della quale è iniziata l’onda tecnologica, della globalizzazione, dell’incertezza “liquida” (ne abbiamo parlato QUI). L’enorme sviluppo scientifico ha alienato “la scienza” dal popolo, ma anche aperto a sincretismi esoterici, alla riscoperta del magico; una religione sempre più secolarizzata ha aperto varchi a religioni edonistiche, misticheggianti; i varchi aperti sono solo nell’immaginario popolare, e non nei Sacri Custodi della Scienza, della Religione, dell’Ordine, rendendo paradossalmente tali Custodi ancor più distanti. I colti appaiono come noiosi ortodossi che difendono confini palesemente arcaici; gli scienziati sembrano difendere questioni di lana caprina per mantenere un potere personale, quando non per interessi di poteri forti; la religione è diventata comunicazione, spettacolo.
Allora – seconda figura – avviene che il tentativo della Scienza di emanciparsi da esoterismo e religione, tentativo di successo finquando ha avuto fortuna il pensiero dualista, positivista, cartesiano, ha iniziato ad andare in crisi non già per colpa degli scienziati ma del percolamento sincretico, a livello popolare, del pensiero scientifico. L’Universo senza confini in cui noi galleggiamo a margini di una di miliardi di galassie; la medicina che sposa la tecnologia; il pluralismo relativista che consente di credere in qualunque dio, o in nessuno; l’implosione del mondo ridotto ad app nel nostro smartphone; nella mentalità corrente questa fantasmagoria di opportunità sono diventate anarchia. Tutto è possibile, e quindi anche l’assurdo viene recuperato nell’agenda delle possibilità. La medicina si è trasformata nelle medicine, il sapere nella divulgazione della Wikipedia, i pareri si sono fusi alle competenze, come scritto a suo tempo, e non si trova più una fonte univoca e certa di autorevolezza. Non é tale la scienza non compresa e non è tale la religione non più attrattiva. Vecchie idee misticheggianti, esoteriche, superstiziose si possono quindi rivestire con spolverate di nuove idee mal comprese e, in mancanza di un giudice riconosciuto, assumere una maggiore e migliore accettazione popolare perché più facili da comprendere.
L’omeopatia è più facile del bosone di Higgs; il gatto di Schrödinger buono per una battuta; la meditazione più simpatica della logica. Il mondo attuale, sotto il profilo del pensiero comune, è caotico, anarchico, contraddittorio. Le incursioni mistico-religiose da un lato e quelle esoteriche dall’altro, fanno sembrare tutte le offerte identiche: la medicina tradizionale vale esattamente come quelle alternative; la religione della Chiesa vale come le mille religioni frutto del confuso pensiero contemporaneo; il parere di un esperto è visto, appunto, come un “parere” e non come il sapere distillato di anni di studi e di pratica. La scienza si dibatte, con debolezza, in questa palude, probabilmente senza rendersene conto; la cittadella scientifica vive con una sua indipendenza e autonomia interessandosi poco del mondo “fuori”, un po’ come nel Medio Evo i monaci trasmettevano un sapere assediato, senza una precisa consapevolezza di quanto fosse vitale – ancorché ignorato – il loro lavoro.
Ma non esistono più cittadelle protette. Il mondo è un sistema permeabile e l’antiscientismo ha effetti disastrosi a medio e lungo termine; si presenta come epidemie improvvise, un tempo evitabili; come ministri dell’istruzione incapaci che distruggono la scuola; come superficialità professionale e analfabetismo funzionale diffuso che minano la tenuta sociale e la crescita economica e civile. In breve: la stupidità antiscientifica non è un problema loro, degli incolti, dei superstizioni, dei no vax; è un problema di tutti noi che condividiamo lo stesso spazio, lo stesso tempo, le stesse sfide.