Cosa ve lo dico a fare?

Cosa ve lo dico a fare?
Siamo così preoccupati dalla pandemia, chiusi nella nostra ricca cittadella vaccinata, da avere perso di vista la quantità di problemi che ci sta per cadere addosso.
La conclusione del Cop 26 è stata così così, ma alcuni passi avanti concreti sono innegabili. Certamente molto di più del querulo bla bla di Greta Thunberg.
Apriamo gli occhi. Guardiamo meglio intorno a noi. Siamo circondati da edifici abbandonati, vuoti scheletri, testimonianze di un mondo che consuma tutto in fretta.
Il paesaggio rappresenta la dimensione estetica dell’ambiente. Leggere i mille orrori del nostro paesaggio antropizzato è un passo importante per decifrare il nostro rapporto malato con l’ambiente.
Il messaggio di Greta è assolutorio per gli occidentali ma non incide in nulla sul cambiamento dei comportamenti scorretti.
Ma se, fra cento anni, subornati da ambientalisti fanatici, da biologi opportunisti e geologi scadenti, da chimici impreparati e da complottisti scriteriati, avremo imparato a riciclare i rifiuti, avremo cancellato la plastica dagli oceani, avremo corsi d’acqua puliti e aria cittadina respirabile, limitate le emissioni di Co2, bonificate le aree a rischio ambientale, imposto trasporti puliti e agricoltura senza veleni, e poi venissero a dirci che le mezze stagioni non torneranno lo stesso perché è colpa di un normale ciclo geologico, se tutto questo accadesse, ci sentiremmo imbrogliati o felici di avere imparato a vivere in pace col nostro ambiente?
Insomma, davvero vedete da qualche parte una ragione per essere ottimisti? E la cosa non vi fa arrabbiare?
I roghi in Grecia e lo sfacelo dell’ambiente. Nessuno di noi può fare la differenza, eppure ciascuno di noi deve impegnarsi.
Quale futuro ci spetta? Rose e fiori grazie alla scienza o una catastrofe per nostra stessa colpa? E vedere i pericoli – come effettivamente li vediamo – basta per scongiurarli?
Il disastro di Rigopiano. Il terremoto di Ischia. L’alluvione di… La colpa di questi morti di chi è? Dello Stato, della Regione, del destino cinico e baro? O un pochino anche nostra?
Gli scoiattoli grigi, di origine americana, minacciano i “nostri” rossi. La soluzione pare consistere nello sterminio dei grigi, non senza proteste. Sarà una sorta di metafora?
Basta lacrime di coccodrillo. Siamo un paese di terremoti e inondazioni e frane e incendi. È evidente che ci va bene così, che non desideriamo prevenzione e vogliamo continuare a fare quello che ci pare.
Astrologia a parte, che non interessa Hic Rhodus, c’è un serio filone di studi che cerca di prevedere il futuro. Una previsione probabilistica, ovviamente, basata sui dati disponibili al momento e loro proiezioni; una previsione quindi orientativa che nulla ha di deterministico.