Noi italiani sembriamo spesso convinti che si possa sfuggire alle conseguenze delle proprie azioni. Poi, quando arriva il conto, ci ribelliamo.
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Anche oggi non sono morto
Anche oggi sono scampato a dozzine di possibili cause di morte. Che culo! Fammi un po’ vedere al TG come va il coronavirus, va’…
La democrazia fragile alla prova del coronavirus
La crisi del coronavirus è un semplice test per la nostra democrazia. Spiace informarvi che non l’abbiamo superato.
Al di là di ogni altro singolo aspetto, considerate per un attimo il coronavirus come un test; un test sulla capacità di una collettività (quella italiana) di reagire con efficacia a una situazione di crisi. Ebbene, questo test è stato miseramente fallito: come capacità delle autorità sanitarie di agire tempestivamente con criteri razionali; come capacità delle istituzioni ai diversi livelli di coordinarsi; come moderazione di politici di parte avversa che sappiano evitare sciacallaggi e strumentalizzazioni; come comunicazione chiara e univoca; come risposta civica e ordinata dei cittadini. Chi è capace di guardare con sufficiente distacco a questa vicenda non può che preoccuparsi immaginando quello che potrà accadere presentandosi una crisi VERA. (P.S.: Ho informazioni di primissima mano da Wuhan, epicentro dell’epidemia in Cina; non ve ne parlo nemmeno, il confronto è semplicemente impietoso per noi).
I nuovi cani di Pavlov
Il dibattito (?) sul coronavirus mostra ancora una volta come l’opinione pubblica sia costantemente eterodiretta e falsata; con gravi conseguenze.
Il gioco del Coronavirus
C’ho un cugino su Feisbuk che m’ha detto che il figlio della sua vicina ha letto su Internet che ci tocca di morire! Pentitevi!
Il virus cinese e l’ennesima metafora non colta (con importante, fondamentale, messaggio finale)
Ed ecco il coronavirus cinese a popolare i nostri incubi di occidentali ansiosi e viziati. E come rispondiamo? Con lo sciocchezzaio della consueta omologazione 2.0.
