C’è un dibattito, marginale, sul concetto di ‘fascismo’, che vale la pena chiarire; anche perché coinvolge un altro concetto, ‘populismo’, che si è messo di traverso nella campagna elettorale.

C’è un dibattito, marginale, sul concetto di ‘fascismo’, che vale la pena chiarire; anche perché coinvolge un altro concetto, ‘populismo’, che si è messo di traverso nella campagna elettorale.
Il dibattito fra misure per contenere la pandemia e le libertà personali, che tali misure violerebbero, non tiene conto di due fattori: il concetto di libertà (che non è quello che si crede) e la necessità della decisione pubblica.
Il fanatismo è anche un nemico interno che dobbiamo combattere, perché trasfigura il riformismo, la democrazia, il liberalismo, nelle brutte copie del salvinismo e del grillismo.
La politica del Novecento è morta e rende incerto il futuro della democrazia. Io mi do al mandrakismo, voi fate come credete…
Anziché spiegare la propria posizione con “Sai, sono renziano…” (o qualcun-ano), cerchiamo di argomentare le nostre idee politiche.
Da Kevin Spacey molestatore a Kevin Spacey “mostro da prima pagina”. Qualcosa non va…
Essere di sinistra (o di destra). Che significa? Mille sfumature, concetti equivoci, semantica discutibile… Un’analisi nel linguaggio stereotipato della politica.
Nel linguaggio politico – specchio di quello corrente – dilaga il sessismo più becero. Le donne in politica sono bersaglio di volgarità inaccettabili, segno dell’esistenza di un nuovo terreno di lotta politica: il linguaggio.
“E’ confuso quello che dici.”
“Perché è vero”
(Daniel Pennac, Ecco la storia)
Sulla questione della verità e dintorni sono intervenuto più volte qui su Hic Rhodus, ma la lettera di un utente mi sollecita a mettere un po’ d’ordine su questioni davvero complicate.
Prima di tutto devo riportarvi la lettera, che fa riferimento a un mio post sul complottismo.
Posto che la realtà è complessa e consente la coesistenza di diverse “province di significato”, sta di fatto che talora il confine tra complottismo e “informazione libera da condizionamenti” mi appare di difficile discernimento. A tal proposito le allego le affermazioni di un amico per le quali non riesco a capire dove finisce uno degli aspetti sopra citati e comincia l’altro. Parliamo di un marxista antiamericano. Le chiederei un commento sull’insieme e, se le va, anche su singoli punti. La ringrazio in ogni caso e cortesi saluti.
L’esigenza di questo post nasce dal fatto che sono colpito da un dibattito davvero sotterraneo e non molto rilevante in sé, ma che continua a presentarsi come importante nel dibattito pubblico, e continuamente riproposto semmai nella forma abbreviata dell’invettiva (“Grillo fascista!”) e, più raramente, nelle analisi filosofico-psicologico-social-politologiche come quella recente di Galli della Loggia che dichiara che no, Grillo non è fascista. Naturalmente possiamo infischiarcene di questo problema e decidere di usare le etichette (di questo si tratta, i sociologi così le chiamano) come ci pare; a me Grillo sta proprio sulle balle e gli urlo dietro “Fascista!”, mentre a te sta simpatico e – non essendo tu un fascista – neghi recisamente che meriti tale stigma.