Nella maggior parte dei Paesi europei le classi differenziali esistono ancora. In Italia ciò viene visto come uno scandalo, ma la realtà è più complessa.
Nella maggior parte dei Paesi europei le classi differenziali esistono ancora. In Italia ciò viene visto come uno scandalo, ma la realtà è più complessa.
Anch’io voglio difendere gli interessi degli italiani. Proviamo ad analizzarli, questi interessi, per scoprire che non sono quelli che urlano Meloni e Salvini e Conte (oddio: e neppure Letta).
Le Olimpiadi mostrano la realtà inclusiva dello sport in tema di stranieri e omosessuali. Bisogna sperare che sia uno specchio fedele della nostra società.
L’esasperata sovrarappresentazione dei gay nel cinema e nelle serie TV ci deve porre alcune domande.
Le uscite di Attilio Fontana sulla “razza” non sono tanto e solo xenofobe ma esclusive, ristrette, particolaristiche; vale a dire: molto italiane.
Ci sono ragioni democratiche e liberali per dire “No” al velo integrale e a ciò che rappresenta. No al velo, no ai simboli religiosi divisivi, sì all’inclusione e all’uguaglianza in uno Stato laico.
La crisi dei giovani d’oggi nella fotografia del sociologo Di Franco; una sintesi di parte del suo libro, disponibile gratuitamente in Open Access.
Sostegno al reddito e inclusione sociale nella nuova misura nazionale contro la povertà. Ce la faranno i Comuni?

Anche per chi è convinto dei valori del relativismo culturale, per chi l’ha studiato e ne conosce non solo i concetti di base ma anche le ragioni storiche e materiali, risulta difficile accettare la dichiarazione di Sami Abu-Yusuf, imam della moschea di Colonia, che ha dichiarato che le vergognose molestie di capodanno a danno di centinaia di donne sono in sostanza colpa delle donne stesse, troppo profumate e troppo poco vestite.
Lo scorso novembre ho avuto il piacere di presentare il libro di Clarisa Hardy Estratificación social en América Latina: retos de cohesión social. Con l’intervento della stessa autrice, figura di riferimento del dibattito sulle politiche sociali dell’America Latina e già Ministro nel primo governo di Michelle Bachelet (Cile), l’evento è stato organizzato all’Università di Roma Tre dall’Istituto Italo Latino Americano e dall’Ambasciata di Cile in Italia. Vi ha preso parte anche l’ex Presidente cileno Ricardo Lagos, noto in Italia come personalità di spicco della lotta alla dittatura militare cilena e della ricostruzione democratica di quel paese.
Lo studio della Hardy fornisce abbondanti dati sulla situazione sociale dell’America Latina e li interpreta restituendo l’immagine di una regione molto differenziata al suo interno, ma con due tendenze comuni: l’arretramento della povertà e l’emergenza di un ceto che non può ancora dirsi classe media. Un nuovo strato sociale non più povero ma allo stesso tempo vulnerabile. La tesi della Hardy è di attualità anche nell’Europa alle prese con la crisi, e suona come un monito: la vera sfida è la disuguaglianza, se le politiche di welfare si concentrano sulla povertà possono essere efficaci per diminuirla (e lo sono state in America Latina), ma non rimuovono gli svantaggi sociali.