E’ morto un editore che ha pubblicato libri meravigliosi. Una riflessione.

E’ morto un editore che ha pubblicato libri meravigliosi. Una riflessione.
Sono anni, ormai, che tutti noi siamo abituati ad ascoltare periodicamente il de profundis per la cultura italiana, intonato di volta in volta per il cinema, il teatro, l’Opera e, più spesso ancora, per la […]
Avete scritto un bel libro di poesie? Siete sicuri che meriti di essere pubblicato? Ecco: non fatelo!
Forse forse la cultura non è proprio democratica, e forzarla all’eccessiva democraticizzazione ha significato snaturarla e ridurla a nozionismo da Wikipedia.
Siamo noi che scegliamo un libro o è lui che sceglie noi? E comunque, una volta scelto, quali effetti a catena susciteremo?
Una nuova autrice di HR con una graffiante critica all’ignoranza, travestita da dialogo (apparentemente) divertente.
La crisi dei giovani d’oggi nella fotografia del sociologo Di Franco; una sintesi di parte del suo libro, disponibile gratuitamente in Open Access.
Leggere è fondamentale ma in Italia non si fa. Per i pochi che amano leggere, quali sono i migliori classici di sempre?
Penose ragioni di spazio che mi costringono a cedere ampi settori della mia biblioteca mi hanno fatto imbattere, fra l’altro, nelle enciclopedie in mio possesso. Sono quattro:
Chi non è buono a nient’altro diventa scrittore.
(William Somerset Maugham, Il filo del rasoio)
Sul piano culturale uno degli indicatori classici è quello della lettura: quanto leggi? (e cosa) è sempre stata una classica domanda nelle inchieste sui consumi culturali, quando non c’era Internet. Poi il combinato disposto di vari fattori, in primis appunto le nuove tecnologie della comunicazione, ha creato le condizioni per un drammatico calo della lettura (di libri, di quotidiani), un aumento dei fruitori Internet e – questo sì è veramente interessante! – un aumento degli scrittori. Paradossalmente calano i lettori (ma non tanto quanto si crede) e aumentano gli autori, un po’ come calano gli elettori ma aumentano i commentatori politici nei social network…
Qualche sera fa, sono andato a passare un paio d’ore a una manifestazione estiva il cui nucleo è costituito da un mercatino di libri. La manifestazione è ormai un “classico” e si ripete da decenni, ma la qualità delle proposte nel corso degli anni è purtroppo calata, e da luogo dove si trovavano interessanti pubblicazioni di editori minori si è arrivati a una prevalenza indiscussa dei remainders e dei libri a bassissimo costo. Addirittura c’erano cestoni di libri a 99 cent con la scritta “costo meno di un e-book”. Come spesso mi capita in questi casi, mi è venuto da pormi la classica domanda da nostalgico del secolo scorso: forse davvero il destino del libro è segnato?