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Il diritto di boicottare chi mi pare

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L’antefatto – ma è solo un antefatto e non parlerò di questo – è la dichiarazione di Dolce e Gabbana sui “figli della chimica”, le adozioni gay e la famiglia tradizionale. Un furioso Elton John ha avviato un boicottaggio (hashtag #BoycottDolceGabbana) seguito da un pezzo di star system eccetera. L’idea del boicottaggio di un’opinione ha animato una piccola discussione con alcuni amici e mi ha portato a farmi una semplice ma importante domanda: boicottare è un’espressione legittima del mio libero pensiero o è una forma di intolleranza? È una protesta valida in determinati casi di comportamenti violenti (per esempio, a livello internazionale, contro il bullismo russo) e in altri invece diventa forma inaccettabile di danno economico a chi ha semplicemente espresso una propria idea (come nel caso di D&G)?

Dalla lotta alla discriminazione all’omofobia cattolica

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Tutti leggiamo sui giornali, o apprendiamo dai notiziari, della sofferenza causata, a scuola, da bullismo omofobo, con ragazzini/e che ha volte finiscono col suicidarsi. Bulli omofobi a scuola, bulli omofobi nella vita; è da qui che è giusto partire. A seguito quindi del programma promosso dal Consiglio d’Europa “Combattere le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”, al quale l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni (UNAR) ha aderito, è stata elaborata la Strategia Nazionale per la prevenzione ed il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, che potete scaricare integralmente QUI.

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Perché gli eterosessuali devono difendere con convinzione i diritti degli omosessuali

Nessuna cosa è in se stessa onesta né turpe, giusta né ingiusta, piacevole né penosa, buona né cattiva. E’ l’opinione della gente che dà la qualità alle cose, come il sale dà sapore ai cibi (Anatole France, Taide).

La sentenza del Tribunale di Roma che ha riconosciuto la stepchild adoption (già riconosciuto in altri paesi) per una coppia omosessuale (uno dei cui membri era la madre biologica del bimbo) ha scatenato l’usuale putiferio indignato (ormai l’indignazione è lo stato emotivo minimo, in Italia, per esprimere un qualunque concetto politico), la solita monotona giaculatoria di luoghi comuni triti e naturalmente volgarità, cliché, pseudo-informazioni, false informazioni e via dicendo.