Il dibattito (?) sul coronavirus mostra ancora una volta come l’opinione pubblica sia costantemente eterodiretta e falsata; con gravi conseguenze.

Il dibattito (?) sul coronavirus mostra ancora una volta come l’opinione pubblica sia costantemente eterodiretta e falsata; con gravi conseguenze.
Continua a bazzicare l’idea forte del fascismo come reato, giammai come opinione. Segno dei tempi tristi e pericolosi in cui viviamo. Ne approfitto per un ragionamento…
Troppa informazione, di cui non conosciamo la qualità, rende difficile, e forse impossibile, prendere decisioni razionali.
Attenzione a gioire per i divieti a ciò che non ci piace. Proibire poi ciò che ci piace sarà un attimo…
Come si costruisce una fantasia generalizzata sulla bellezza dell’incompetenza.
Argomentare, spiegare, discutere… all’interno di schemi mentali, stereotipi ed equivoci linguistici? Il difficile processo dialogico spiegato in breve (troppo in breve).
L’ignoranza non è un diritto! Le opinioni non sono competenze e ciò in cui voi credete non può essere accettato, se confligge con la realtà dei fatti, e imposto alla collettività.
E’ indiscutibilmente un tema sul quale ci siamo intrattenuti molto in questi anni. Il M5S è populista? Gli italiani sono populisti? Il voto al referendum è stata un’espressione populista? Molto dipende da come viene definito […]
Ci accusate, sarcastici, di ritenere imbecilli tutti gli uomini eccettuati noialtri. No: qui c’è un po’ di esagerazione. Non siamo pessimisti fino a questo punto. Noi, qui, siamo una dozzina d’intelligenti contro parecchi milioni d’imbecilli. Ma non è detto che nel mondo non ci siamo altro che noi a capire e a sentir qualcosa (Giovanni Papini, Franchezza con gli imbecilli, 1913).
In un precedente post ho spiegato le differenze fra avere un’opinione e avere delle competenze. Era necessario perché la cronaca politica ci propone con insistenza una specie di primato di opinionisti privi di competenze che vogliono governare il paese proprio in virtù di tale incompetenza, vale a dire proclamando più o meno chiaramente che competenza = collusione col peggior potere, competenza = intellettualismo becero al soldo dei nemici, competenza = tradimento del popolo, che con la (presunta) onestà e le tonnellate di buon senso di cui dispone ne ha d’avanzo per guidarci dentro o fuori l’Euro (vedi Brexit e argomenti utilizzati dai Leaver), con o senza Erdogan, pro o contro Clinton, sì o no alle Olimpiadi e via aggiungendo.
Se dico: “l’ultimo libro di Harper Lee è di molto inferiore al suo capolavoro Il buio oltre la siepe; manca di coerenza, sembra quasi la bozza di romanzo mai veramente completata”, se dico questo esprimo una mia opinione. Sono io che lo penso, alla luce di un discreto numero di fattori variabili (intelligenza, cultura, esperienze specie nel campo della lettura…) di cui il più rilevante è la competenza. Sono “competente”?