Mi pareva storia vecchia (su HR – ça va sans dire – ne abbiamo già parlato) ma girano e rigirano, su Facebook, affermazioni contro l’idea che il fascismo sia un’opinione. No – scrive la maggior parte dei miei Facebook’s friends – il fascismo è un crimine e non può essere trattato come opinione fra le altre.

E giù a citare Matteotti (e sapete credo tutti come si risponde a Roma…) o Pertini (che non è proprio la stessa cosa). Poiché non sono d’accordo (come già scritto a suo tempo) e non ho molto da fare, spiego ancora una volta perché.
Attenzione: questo non è un post sul fascismo ma sulla logica applicata alla linguistica (san Wittgy assistimi tu!). Neanche spreco mezza riga per fare attestazioni iniziali sul mio midollare antifascismo. Non solo mi annoierebbe farlo ma, di più, tale eventuale affermazione sarebbe “politica”, mentre questo post riguarda – ripeto – la logica; in effetti quindi potrei essere fascista, comunista o – come effettivamente sono – mandrakista, senza che tale mia posizione abbia la benché minima influenza su quanto sto per scrivere perché – non essendo io Diego Fusaro – è difficile beccarmi in una palmare fallacia logica quando scrivo di queste cose.
Per portarvi a capire il mio punto di vista (non a farlo vostro, solo a capirlo) vi propongo l’immagine di un regolo orizzontale; alle due estremità il Bene assoluto e il Male assoluto.

Attenzione: non ha importanza cosa sia, per voi, il Bene assoluto e il Male assoluto, o se addirittura non esistano, se sia meglio stare più sulle generali, e bla e bla; da un lato c’è qualcosa che ha a che fare asintoticamente con quanto di più Male possiate immaginare e dall’altra il Bene.
Se voi dalla faccina angelica incominciate a scivolare pian piano verso il demonietto, quand’è, esattamente, che non potete più essere definiti ‘buoni’ e siete, certamente, diventati ‘cattivi’? Questa è una piccola applicazione dell’interessante paradosso del sorite, che ha implicazioni interessantissime sul piano logico che qui non credo il caso di sviluppare. Non c’è una linea, un confine, un salto… semplicemente siete man mano meno buoni e, a un certo momento, vi accorgete di essere man mano più cattivelli…
Adesso facciamo degli esempi pratici, molto grossolani per consentire chiarezza (poi non venitemi a dire…). Le camere a gas dei nazisti sono piuttosto vicine al male assoluto, credo che siamo d’accordo. Immaginatevi ora delle verità storiche alternative: supponiamo che i nazisti non abbiano gasato milioni di ebrei ma ne abbiano, invece, fucilati la metà, risparmiando donne e bambini (meno ammazzati, metodo meno crudele e pietà per alcune categorie); sempre cattivissimi, d’accordo, allora procediamo nel sentiero del nostro sorite; non li hanno ammazzati, ma solo malmenati e imprigionati; non li hanno nemmeno malmenati e imprigionati ma solo rinchiusi nei loro ghetti con limitazioni dei diritti… e via diminuendo la cattiveria. Se avete compreso il ragionamento avete anche capito che in realtà potremmo suddividere i miei esempi grossolani in specificazioni più sottili, poco distinguibili l’una dall’altra… Quand’è – esattamente – che di passo in passo possiamo dire “Ferma! È esattamente da questo punto che i nazisti non sono più definibili cattivi, bensì buoni”? Il sorite ci dice che non esiste questo punto. Attenzione, prego: non esiste sotto il profilo logico. Dopodiché non esiste neppure sotto quello sociologico perché qualcuno di voi potrebbe dire che vabbé, alla fin fine, lasciarli vivere nei loro ghetti, comunque in pace sia pure privati dei diritti politici, è accettabile, anche perché è esattamente ciò che fanno tutti i regimi democratici e liberali con quelli che sono considerati nemici della comunità, delinquenti e via discorrendo; mentre i libertari urleranno alla vergogna affermando che qualunque privazione di libertà è sempre e comunque intollerabile.
Abbiamo quindi due tipi di argomenti: uno logico e uno politico (etico, se preferite). Il secondo appartiene all’assetto valoriale di ciascuno di noi ed è solitamente non negoziabile, quindi è inutile parlarne qui; il primo è semplicemente insormontabile

Spero sia chiaro cosa tutto questo entri con il fascismo come opinione o come reato: cosa intendete, voi, con ‘fascismo’? Provate a prendere carta e penna e scrivete quali sono i tratti che fanno sì che un individuo, o un movimento, siano definibili ‘fascisti’. Probabilmente riempirete non poche righe di un vostro elenco, appuntando comportamenti, idee economiche e sociali, obblighi e divieti tipici del fascismo (quale fascismo, BTW, quello di Mussolini o quello dei neo-fascisti?); come per l’esempio fatto sopra provate ora a togliere una delle vostre righe, o a smussarla, riscriverla in forma meno grave e chiedetevi se quello rimasto sulla pagina sia ancora fascismo; poi togliete un altro tratto e via proseguendo.
Morale: salvo fare un riferimento storico limitato (fascismo è il regime politico instaurato da Mussolini), il fascismo come i più lo intendono è una congerie di comportamenti, idee, attitudini, intrecciati fra loro in maniera molteplice e spesso con abbondante uso di figure retoriche (analogie, sineddochi, quelle cose lì) tali da rendere, il concetto di ’fascismo’, una figura retorica in sé per definire un blob cattivo, di destra, tendenzialmente violento, fondamentalmente stupido secondo i nostri propri criteri.
Poiché in questo blog abbiamo spesso parlato di fascismo, bollando con quell’etichetta persone e movimenti, abbiamo chiarissimo quindi il fatto che ‘fascismo’ è ciò che viene definito tale da chi usa quel termine; e se chi lo usa lo spiega e motiva (come, noiosamente, abbiamo fatto noi, per esempio QUI e QUI) allora – ai fini della discussione in corso – quello è il concetto di fascismo.
Ditemi ora sia in cosa consisterebbe il reato, sia e soprattutto come fare a coglierlo, isolarlo, distinguerlo per poterlo sanzionare, e in base a quale legge. Una buona parte delle persone che partono lancia in resta contro il fascismo, in realtà fanno riferimento a comportamenti già ampiamente previsti dal codice penale; se il neofascista picchia “il compagno”, deve essere sanzionato perché picchia; già previsto. Se picchia un ebreo, c’è l’aggravante razzista; prevista. Se lo fa nell’ambito di un movimento che vuole ricostituire il partito fascista mussoliniano, c’è un’altra aggravante, perché la legge italiana proibisce tale ricostituzione. Ma se un pacifico signore, che non torce un capello a chichessia, dice che l’Italia è allo sfascio e servirebbe un po’ di buon fascismo mussoliniano, potete giudicarlo carente sotto il piano culturale, potete pensare che sia sciocco e via discorrendo, ma quel signore non sta commettendo alcun crimine, esprime una sua opinione.
Voglio aggravare la mia posizione: chi esprime analoghe opinioni sul comunismo (ha da venì Baffone… a Cuba sì che c’è stata una bella rivoluzione di popolo… bestialità simili, del tutto identiche, sotto il profilo linguistico, a quelle dei nostalgici del fascismo) lo fa sentendosi dalla parte dei “buoni” per una congiuntura storica: i nazifascisti hanno perso la Seconda Guerra e gli Alleati, assieme ai sovietici, l’hanno vinta. Facile quindi, da “vincitori”, arrogarsi il diritto di giudicare chi è buono e chi è cattivo (i comunisti hanno ammazzato più persone dei nazifascisti, hanno torturato, imprigionato, stuprato popoli, compiute stragi e genocidi e via elencando).
Molti decenni fa, quel grandissimo scrittore di fantascienza di Philip K. Dick scrisse un capolavoro intitolato The Man in the High Castle (poco a che fare con la serie Amazon) tradotto in italiano come La svastica sul Sole. In questo romanzo si propone una realtà storica alternativa: i nazisti – e gli alleati giapponesi – hanno vinto la guerra e si sono spartiti gli Stati Uniti d’America; diversi personaggi, cresciuti quindi nel nuovo regime di quei vincitori, commentano positivamente l’epilogo della guerra, paventando cosa sarebbe successo in caso contrario, diomio! il mondo governato dai sovietici… Peraltro, il protagonista di questo romanzo è un altro libro, semi clandestino in quanto eversivo, dove uno scrittore di fantascienza descrive cosa sarebbe successo se in quel mondo avessero vinto, niente di meno, che gli Alleati… Interessante, no? In quel mondo è reato immaginare una sconfitta dei nazi.
Insomma: una cosa sono i comportamenti, tutti assolutamente già passibili di sanzione se in contrasto col nostro codice penale; una cosa molto ma molto differente è un pensiero di destra, anche di destra estrema, che può essere oggetto di sanzione solo da parte di un regime illiberale, di una politica oppressiva, di persone che hanno perso di vista l’equilibrio del relativismo culturale e ritengono, arrogantemente, che il loro pensiero, proprio il loro anzi: SOLO il loro, sia giusto, buono, corretto, e gli altri siano – in quanto sconfitti, in quanto avversari – nemici da sopprimere. E in culo il sorite.
Questo discorso non ha nulla che fare con il negazionismo. Neppure il negazionismo può essere considerato reato, ma indubbiamente insegnanti negazionisti possono essere sanzionati dal Ministero della Pubblica Istruzione, possibilmente assieme ai no-vax, ai terrapiattisti e ai creazionisti (lo sapete, vero, che in molte università americane e in giro per il mondo si insegna solo il creazionismo, e il darwinismo è proibito?).