Da diversi mesi negli USA si registra un incremento record delle dimissioni dei lavoratori dipendenti. Si tratta di un problema o di un’opportunità? E cosa accade in Italia?

Da diversi mesi negli USA si registra un incremento record delle dimissioni dei lavoratori dipendenti. Si tratta di un problema o di un’opportunità? E cosa accade in Italia?
Il dibattito fra misure per contenere la pandemia e le libertà personali, che tali misure violerebbero, non tiene conto di due fattori: il concetto di libertà (che non è quello che si crede) e la necessità della decisione pubblica.
Il balletto delle regioni colorate (prima gialle, poi arancione, anzi no, arancione “rafforzato”)… è una follia che contribuisce al permanere del virus.
Arriva Draghi. Non vi piace? Lo capisco, ma forse potevate pensarci prima…
Il Covid 19, secondo i complottisti, è uno strumento per dominarci e renderci schiavi. Cerchiamo di capire come si può arrivare a pensare tali assurdità.
La principale differenza sociale fra l’attuale pandemia e le precedenti (come la spagnola) riguarda l’interdipendenza socioeconomica e la conseguente fragilità del tessuto sociale contemporaneo. Impariamo da questa, perché la prossima potrebbe essere fatale.
C’ho un cugino su Feisbuk che m’ha detto che il figlio della sua vicina ha letto su Internet che ci tocca di morire! Pentitevi!
Ed ecco il coronavirus cinese a popolare i nostri incubi di occidentali ansiosi e viziati. E come rispondiamo? Con lo sciocchezzaio della consueta omologazione 2.0.
Pandemie e, più in generale, malattie infettive sono al centro dei discorsi oggi più che nel passato. Il modo in cui i media trattano l’argomento è spesso più incline al sensazionalismo che alla cronaca tanto da risultare allarmante e, a volte, grossolano. L’effetto che tutto ciò ha sulla nostra percezione del fenomeno è quello di indurci a percepire come eccezionale qualcosa che, in realtà, è assai più naturale di quanto crediamo.
L’epidemia di Ebola comincia a spaventare o, quanto meno, a preoccupare. Conosciuta da alcuni decenni è sempre rimasto un problema lontano, con pochi morti in remoti villaggi dell’Africa “nera”, buono per una frettolosa compassione o per spaventarsi in qualche disaster movie. Ma adesso le cose sono improvvisamente cambiate: circa 1.000 morti al momento in cui scrivo, un numero mai raggiunto nelle precedenti epidemie (solitamente di poche decine di casi e, raramente, alcune centinaia); 100 operatori sanitari (tutti locali) contagiati, di cui 50 morti; un morto in Arabia; un caso sospetto in America (non è però Ebola); primo caso in Europa! (ma ce l’abbiamo portato noi, rimpatriandolo in Spagna); tre casi a Lampedusa!! (ma è un falso, denunciato l’autore). Infine, ad alimentare l’incipiente psicosi, l’allarme lanciato dall’OMS e titolato “La peggiore epidemia da quarant’anni MA si può battere”, con quel “ma” micidiale, ipotetico (dubitativo?).