Zingaretti tira un sospiro di sollievo, i 5 Stelle esultano per il referendum, la spallata non c’è stata e il governo durerà. Guardiamo però oltre la nebbia…

Zingaretti tira un sospiro di sollievo, i 5 Stelle esultano per il referendum, la spallata non c’è stata e il governo durerà. Guardiamo però oltre la nebbia…
Zingaretti e il PD. Di riformismo, di centro-sinistra, di liberalsocialismo, non c’è rimasto più nulla. Il nuovo partito populista di massa è nato lasciandosi alle spalle una voragine.
E’ tutto così assurdo. Si va di corsa verso la vittoria dei Sì, verso la perdita del governo di altre regioni, verso l’assenza di riforme, senza un’idea… Ma dove stiamo andando?
All’improvviso si è acceso il dibattito sul taglio dei parlamentari. Peccato che – oltre che inutile – sia sostanzialmente finto.
Arriva il referendum sul taglio dei parlamentari, fra la totale assenza di un dibattito decente e la vergogna di chi ci ha condotti a questo punto.
Pare si vada strutturando, con reciproca soddisfazione, l’alleanza PD-M5S. Quindi: siamo fritti!
Con tutte le cautele del caso: i sondaggi testimoniano i tempi bui, buissimi, nei quali ci troviamo. All’orizzonte poche e tremule luci…
Calabria. Non basta un brav’uomo per cambiare un’organizzazione incancrenita in decenni. Questa è solo una trovata populista e di corto respiro.
Senonché una volta che Di Maio ha incassato da Grillo la conferma dell’investitura ha subito cambiato spalla al suo fucile. Già Di Maio non controlla comunque i gruppi, in più egli è sempre stato la destra del movimento tant’è che si è lasciato letteralmente spolpare da Salvini perché condivideva quasi tutte le sue posizioni politiche [...]. Sta di fatto che tutta l’area del Pd che aveva costruito, Cacciari in testa, la teoria secondo la quale il grillino è un “buon selvaggio” di estrema sinistra da acculturare e guidare da parte della superiore sapienza del gruppo dirigente del Pd, si trova invece di fronte a un selvaggio tutt’altro che buono, anzi a un cannibale, che tende ad azzannare, dopo averlo tramortito nel sonno, chi gli si avvicina troppo. Finora i piddini già ci hanno rimesso un braccio e una gamba, adesso sono a rischio gli altri due arti, ma anche la testa. (Fabrizio Cicchitto, sull'HuffPost del 2 dic 2019)
Sono troppo duro nel mio giudizio verso Zingaretti e il PD? Mi dispiace, ma temo di no. Questo PD e questo segretario non andranno lontani…
Questo accordo è per il Pd un suicidio assistito. Non si fa un’alleanza di governo tra un partito e una piattaforma. Li ho avuti davanti i grillozzi, come giustamente li chiama Giuliano Ferrara, in Senato, la passata legislatura: quanto basta per non andare a prenderci nemmeno un caffè. Mai, mai, da parte dei fautori dell’abbraccio, un’analisi di che cos’è quella roba lì, come è nata, come è cresciuta, soprattutto del perché è potuta nascere e crescere. È un delitto politico averli salvati, mentre affondavano, dopo la disastrosa esperienza di governo e averli rimessi, non solo in campo, ma al centro. Spero veramente di sbagliare, ma sapete come andranno le cose? Loro continueranno a fare demagogia populista, aumentando consensi, il Pd curerà il rigore dei conti perdendo consensi. La distribuzione dei ministeri dice questo (Mario Tronti su L'Espresso).
La sconfitta umbra evidenzia l’incapacità d’analisi della sinistra riformista e il fallimento della sua pentastellizzazione.
Correre a votare i populisti a 5 Stelle per fare diga contro i populisti salviniani, è come volere spegnere il fuoco con taniche di benzina.
Anche se Di Maio non sbaglia più i congiuntivi, il M5S è rimasto lo stesso di sempre. E’ il PD, invece, che sta rapidamente cambiando; in peggio.