Leggo commenti usciti dal senno di esponenti PD, ma anche di Sinistra Italiana, secondo i quali ma sì, basta coll’inseguire il M5S che è solo una zavorra e non porta voti. Per carità, si fa politica, servono i voti per acquisire seggi, e seggi per avere una maggioranza e quindi governare, lo capisco. Ma mi piacerebbe leggere commenti tipo “Il M5S è un movimento populista, e quindi in sé proto-fascista, e noi non abbiamo nulla di che spartire”; oppure: “Conte ha lavato le mutande a Salvini, poi al PD, poi a Draghi finché non l’ha fatto cadere per eccesso di idiozia, noi con tali figuri non abbiamo nulla da spartire”; o anche: “Noi abbiamo una nostra identità [specificare quale], una nostra visione [precisare] e sappiamo sviluppare una strategia capace di attrarre i ceti [indicarne almeno uno]”. Cose così. Se no si rinuncia a Conte perché non porta voti e ci si butta nelle braccia del primo che capita sperando nello 0,1% in più. Se la politica è diventata questa, molto meglio una serie Netflix.
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Sotto l’ideologia, niente
La fine del PCI ha portato a partiti riformisti (oggi il PD) privi di identità, di una visione, di un quadro programmatico organico. Difficile porvi rimedio ora col congresso.
Il campo largamente minato del PD
Stupefacente il penoso flirt che parte del PD cerca ancora di avere col M5S. E non si può sperare in un ravvedimento.
Tre catastrofi al prezzo di una
Analizzeremo poi il voto. Intanto preoccupiamoci per l’astensione, per il voto populista al Sud e per la morte del PD.
Ondivaghezza
Chi più chi meno, i partiti che stiamo per votare hanno mutato idee, visione, programmi nel corso degli anni. Facciamo un ripasso, per non finire col votare partiti che crediamo essere chi non sono.
Il programma di governo del Partito Democratico
Il programma del PD è un enorme elenco di cose mirabolanti (e a volte ridicole) da fare, senza alcuna visione strategica e senza una sola indicazione sulle risorse da impiegare.
Una scelta di coerenza
Calenda si separa dalla coalizione di Letta, e noi di Hic Rhodus non facciamo in tempo a entusiasmarci per qualcosa che subito arriva una doccia fredda.
La svolta del PD
Finalmente la svolta necessaria del PD, che chiama a raccolta i razionalisti, europeisti, riformisti, per battere la destra populista e sovranista.
La coazione a ripetere
Votare Forza Italia perché ci si dichiara liberali, oppure votare PD perché si è riformisti, è come trascinare le racchette di nordic walking a casaccio, sprecando energie e procurandosi un danno.
Grillo e il grillismo se ne vanno fra le risate dovute a un comico, alla sua opera umoristica più spettacolare, ma sarebbe da folli sperare che con lui se ne vada il populismo. Alle Politiche del ’18 la somma dei voti di Movimento, Lega e Fratelli d’Italia dava il 54,4 per cento e secondo i sondaggi i tre partiti oggi ne assommano il 51/53 per cento. Non è cambiato niente. Più della metà degli elettori continuano a essere populisti e ad affidarsi al populismo, sebbene io qui stia usando il termine in modo scorretto. Il Movimento è stato pienamente populista, cioè un partito nato per il riscatto del popolo integerrimo dalle turlupinature e dalle soperchierie delle élite. La Lega e soprattutto Fratelli d’Italia hanno evidenti quote di populismo, ma non prevalenti sul sovranismo, che invece è soprattutto peronista e demagogico. Ma non c’è partito italiano oggi immune al populismo e alla demagogia: la gara del consenso si gioca lì, c’è poco da fare. Se non si è populisti e demagogici si è fuori dal gioco. Pure il Partito democratico e il suo leader Enrico Letta – probabilmente i meno populisti sul mercato, a parte +Europa e le varie derivazioni del Partito radicale – hanno cedimenti disastrosamente populisti, a cominciare dall’idea di estendere il diritto di voto ai sedicenni, o della tassa di successione da devolvere ai diciottenni. (Mattia Feltri, “HuffPost”, 12 feb 2022)
Smettiamo di chiamarla “sinistra”
Qual è la posizione della sinistra sull’elezione del Presidente della Repubblica? O su qualunque altra cosa? Non sarà che sbagliamo noi, a chiamare “sinistra” forze politiche così variegate?
Pensare male conviene
Buon successo PD alle amministrative, ma illudersi prematuramente di un nuovo vento politico in Italia, potrebbe essere un errore fatale.
Sondaggi. L’ombra di Draghi
I sondaggi confermano la forza della destra e il pantano in cui stanno tutti gli altri. Ma non tengono conto di Draghi.
Il M5S muore, il populismo invece è vivo e vegeto
Risolte le beghe fra M5S e Casaleggio si prefigura la morte del vecchio M5S, destinato a un futuro più moderato. Ma dietro la fine di questo capitolo inglorioso resta una grande verità: il populismo non solo non è morto ma è vivo e vegeto, ed è al potere.
In alcune interviste Letta loda i big del partito (quelli che hanno i voti, quelli che fanno il bello e il cattivo tempo nel PD) e promette continuità nell’alleanza coi 5 Stelle. Però ha messo un po’ di donne in posizione di visibilità, così mostra di essere un vero democratico sensibile alla questione di genere. Uno Zingaretti calzato e vestito, insomma, solo un po’ più sveglio.