Un problema non secondario è che i partiti mutano posizione negli anni. È logico e giusto, perché i partiti non sono strutture di pietra, ma organizzazioni di uomini, che vivono in un dato tempo storico, che sono guidati da passioni e valori di un determinato tempo, che hanno certi leader con determinate visioni. Il mutamento come adattamento ai tempi (e ai linguaggi, e alle congiunture, etc.) è assolutamente corretto e benvenuto, se riusciamo a:
- riconoscere, nel tempo, i valori fondativi che restano costanti;
- riconoscere, nei diversi tempi, le ragioni dei cambiamenti (non nei valori fondativi).
Quando il PCI, sull’onda del cambiamento dei tempi, rinunciò alla sua radice comunista, cambiò nome, e statuto, e poi classe dirigente, poi si fuse – ricambiando nome – con una componente cattolica, e così via. Non a caso chi quei valori fondativi rigettati dal PCI intendeva preservare, uscì dal nuovo partito (DS) e fondò Rifondazione comunista. Analogamente il Movimento Sociale Italiano (post fascista) diventato Alleanza Nazionale con la famosa svolta di Fiuggi (1995) collocandosi in area conservatrice (anche qui con la fuoriuscita di Rauti, che non voleva rinunciare agli antichi valori).
Per fare un esempio differente: La Lega, da partito territoriale a difesa degli interessi del ceto medio nordico, è scivolato con Salvini a partito nazionale populista di destra estrema. È stato un mutamento nel tempo dovuto al mutare della situazione politica italiana, del tentativo di Salvini di “scalare” la destra (e per un certo periodo ce l’ha quasi fatta) e della personalità dell’individuo. Ora siamo prossimi a un punto di rottura, ma si vedrà.
Adesso voglio darvi un’idea delle posizioni dei partiti dopo i percorsi che, in alcuni casi, sono stati davvero clamorosi e arzigogolati. È necessario capire questi percorsi perché un meccanismo umano, comprensibile, porta a restare “innamorati” della vecchia idea che abbiamo, di certi partiti, aderendo passivamente e semmai votandoli per inerzia, per irriflesso senso di appartenenza a una vecchia idea, anche se non più attuale. Essere vagamente liberali e continuare a votare Forza Italia perché lo si è sempre fatto; essere di sinistra, ricordare le feste dell’Unità di comunista memoria, e continuare a votare, poi, i DS, il PDS, ora il PD, anche se non ha più nulla a che fare con quella vecchia idea, con quella vecchia passione.
Per mostrare i percorsi dei principali partiti userò una matrice utilizzata da diverso tempo qui su HR, che riteniamo estremamente più efficace nel rappresentare lo spazio politico contemporaneo:

Chi desidera capire approfonditamente il senso di questa figura, può leggere:
E adesso procediamo, con disegni esemplificativi da intendere, ovviamente, come rappresentazioni simboliche, espressive e, ovviamente, molto personali. È evidente che si tratta di mie opinioni, e non di “misurazioni” del populismo, del razionalismo, o del “destrismo” dei vari partiti.
Fratelli d’Italia

Lega

Forza Italia

Movimento 5 Stelle

Partito Democratico

Azione (Calenda) + Italia Viva (Renzi)

Se consideriamo solo i punti di arrivo dei principali partiti, ovvero le posizioni attuali, quelle che stiamo per scegliere alle elezioni, ecco come si compone il quadro:

Sono naturalmente consapevole che le mie opinioni e i miei orientamenti politici (che ho esplicitato da poco, qui su HR) possono avere influenzato i miei giudizi.
Ma sono lieto, se posso dire così, di avere indicato un metodo ai lettori, in procinto di andare a votare.
Forse voi vorrete collocare il M5S di Conte più in alto, verso il razionalismo; o Calenda più a destra verso il liberismo, o il PD più a sinistra, eccetera. Va benissimo. Voi avete le vostre informazioni, credenze e, soprattutto, il vostro sentire. Fatelo. Giocate coi simboli e i quadranti ma alla fine, temo, anche con le vostre modifiche il quadro finale sarà desolante, con una molteplicità di forze sul lato basso, populista, del quadrante e, sufficientemente spesso, pure a destra. Quella (populista di destra) sarà l’alleanza che vincerà le elezioni, e non mi farei troppe illusioni sul populismo “di sinistra” inventato da Conte (non è affatto così, Conte e il Movimento sono destra), che ha inaugurato la sua carriera politica lavando le mutande a Salvini e appoggiando i suoi infami decreti.
Basta.
Fra due giorni si vota. Ci risentiamo per commentare i risultati.