Storia di un minore transgender americano e di una causa legale. Per ragionare su quanto ci sia di profondamente insano nella società contemporanea.

Storia di un minore transgender americano e di una causa legale. Per ragionare su quanto ci sia di profondamente insano nella società contemporanea.
Il tennista Djokovic, novello Marchese del Grillo no vax, pretendeva di giocare al torneo australiano con una “esenzione”. Non gli è andata bene.
Perché la Super League non è una catastrofe ma un segno del tramonto del modello economico europeo
Quando un campione sportivo come Federer diventa un’apertura verso qualcos’altro.
L’amore per le liste ha a che fare con compulsioni e ossessioni che solo un bravo psicoanalista può spiegare. Però poi scopri che Umberto Eco vi ha dedicato un libro erudito, che liste e classificazioni […]
Il medagliere si gonfia, assieme all’orgoglio italiano, fra un tiro di scherma, una bracciata, una fucilata vincenti. Ne siamo lieti e facciamo il tifo. Ma quanto ci costa la spedizione italiana a Rio?
Avrete sentito che il figlio di Giuseppe Abbagnale, Vincenzo, rischia la squalifica per doping perdendo così l’opportunità di andare a Rio, le Olimpiadi, la meta luminosa agognata da qualunque atleta. Al di là di come andrà a finire di queste storie se ne sentono sovente e non possono non far pensare. Alla balla dello “spirito sportivo”, per esempio
Si è appena conclusa la tragicomica vicenda dell’elezione del nuovo Presidente della FIGC, la Federazione Calcio italiana, con la nomina di Carlo Tavecchio, già presidente della Lega Dilettanti. Come si sa, Tavecchio, un settantunenne apparentemente destinato a essere un candidato “istituzionale” e piuttosto grigio, è diventato improvvisamente noto per una sua improvvida dichiarazione di sfondo razzista. Se questo incidente non è bastato a impedirgli di essere eletto a rappresentare il nostro calcio, è forse però una buona ragione per dedicare una breve riflessione alla degenerazione del mondo del calcio in Italia, osservando il fenomeno senza posizioni di parte da difendere.
Mi sono deciso di rovinare la reputazione di Hic Rhodus perdendo in un colpo solo la metà dei lettori scrivendo un post contro il calcio. Che in Italia è un po’ come parlare male della mamma, sputare su un impiego alla Regione, far stracuocere gli spaghetti… Ho aspettato l’occasione buona e mi pare questa: buttati fuori con disonore dai Mondiali, privati dei vertici tecnici e federali, il popolo calcistico italiano appare inebetito e privo di capacità reattiva; per poco, lo so, ma intanto è possibile farla franca e allora ci provo. Il calcio è un brutto gioco; non è più uno sport ma al massimo uno spettacolo artefatto, un po’ come il wrestling; costa milioni alla collettività (non solo ai tifosi); provoca danni; è politicamente scorretto e immorale; è diseducativo. Credo di non avere dimenticato nulla, quindi corro ad argomentare.