Calenda-Renzi; appunti per una discussione che vada oltre “mi stanno simpatici / mi stanno antipatici”.

Calenda-Renzi; appunti per una discussione che vada oltre “mi stanno simpatici / mi stanno antipatici”.
The book is on the table.
Calenda si separa dalla coalizione di Letta, e noi di Hic Rhodus non facciamo in tempo a entusiasmarci per qualcosa che subito arriva una doccia fredda.
Piccola guida incompleta ai Narcisi e fuori di testa che desiderano un seggio in Parlamento.
Molte critiche all’accordo Calenda-Letta provengono da liberali duri e puri che non vogliono mescolarsi coi “comunisti”, e da riformisti duri e puri che non voglio mescolarsi coi “liberisti”. Ma il problema è interamente loro e del loro pensiero corto.
Alla fine Letta ne ha fatta un’altra buona, accettando la proposta di Calenda e dando vita, con lui, a una coalizione liberal-riformista credibile.
E’ il popolo che è “bue” (specie se vince l’avversario politico) o sono i leader politici che non sanno comunicare?
C’è un dibattito, marginale, sul concetto di ‘fascismo’, che vale la pena chiarire; anche perché coinvolge un altro concetto, ‘populismo’, che si è messo di traverso nella campagna elettorale.
Calenda e Bonino presentano il programma di Azione e +Europa. Noi l’abbiamo riassunto e abbiamo aggiunto un primo commento.
Finalmente la svolta necessaria del PD, che chiama a raccolta i razionalisti, europeisti, riformisti, per battere la destra populista e sovranista.
Una sinistra con poche idee lancia vecchi e logori slogan, non vedendo chi sia il vero nemico.
I tempi sono cupi, ma non diamoci per vinti. C’è una grande occasione da cogliere per i democratici, riformisti, liberali ed europeisti. Coraggio!
Un Senato di vili e ipocriti manda a casa Draghi e apre le porte a Meloni. Buona fortuna!
Scemo più scemo, cretinetto, boccalone, imbecille, con una buona dose di cattiveria, eversività, fascisteria. In altre parole: un 5 Stelle (lo scrive il New York Times!).
Le ragioni (mie personali) a favore del voto subito, senza paura della destra becera e cercando di tradurre la probabile sconfitta in un’occasione per i riformisti, socialisti e liberali.