L’onda breve del MeToo e la stanchezza verso la correttezza politica in tema di amore e sesso, inducono alcune riflessioni.

L’onda breve del MeToo e la stanchezza verso la correttezza politica in tema di amore e sesso, inducono alcune riflessioni.
Quasi sei mesi di disavventure per installare un condizionatore d’aria. Il lavoro approssimativo (e a volte arrogante) ci circonda e ci lascia senza scampo.
Al di là del risultato elettorale, c’è un movimento carsico, un’eterogenesi di fini, un cambiamento di condizioni strutturali, che potrebbero riservare delle sorprese.
Le poche regole per votare secondo il terribile Rosatellum, più qualche parere non richiesto sul cosiddetto “voto utile”.
Scriviamo spesso di essere razionalisti, e auspichiamo una politica razionalista. E ora di spiegare questo concetto.
Noi che crediamo nella nostra parte, e siamo sicurissimi che quegli altri sbagliano, dobbiamo essere consapevoli che “loro” credono nella loro parte, e sono sicurissimi che noi sbagliamo. Che fare quindi?
Discutevamo ieri, in redazione, delle terrificanti boiate che bisogna sorbirsi in questa campagna elettorale, dall’abolizione dei jet privati al blocco navale dei porti. La maggior parte di queste proposte sono manifestamente false, o impossibili, o francamente stupide e onestamente, pur accettando che una parte di minus habens possa accoglierle come vere, non possiamo credere che costoro siano la maggioranza della popolazione italiana. Allora perché sparare idiozie così eclatanti? La risposta che ci siamo data è la seguente: non si tratta di proposte politiche assunte per un valore di verità (vero o sbagliato, giusto o ingiusto), ma per la loro funzione comunicativa. Sono dei marcatori semantici che, come le pisciatine dei cani, definiscono un territorio, e quindi il branco che quel territorio presidia. Gli elettori di destra non credono (salvo pochi casi umani) che con Meloni e Salvini si bloccheranno davvero i porti per impedire l’immigrazione, ma vogliono sentirlo dire perché non conta il testo (mettere navi militari a sparare ai barconi) ma solo il sottotesto, quello implicito che crea identità (siamo muscolari, siamo cazzuti, a noi nessuno ci mangia sulla testa…). Attenzione però: la comunicazione ha regole strane. Se anche lo scopo è il sottotesto, la profusione di boiate irreali che viene dispensata provoca cambiamenti nei linguaggi, e quindi nelle coscienze, e quindi nei comportamenti. Questa non è una teoria, è un’evidenza. Attenzione a maneggiare le parole, e attenzione a ciò che si dichiara di desiderare.
La proposta presidenzialista della destra è una pericolosa deriva populista e sottilmente eversiva. E per questo piace alla gente.
Avete notato come gli strepiti elettorali parlino di tutto tranne che di politica? In questo bailamme diventa difficile orientarsi, ma per fortuna Hic Rhodus viene in vostro aiuto.
Il programma di Renzi e Calenda (Terzo Polo) è denso e, in alcune proposte, inaspettato. Una sintesi e il nostro commento.
Il programma di Bonelli e Fratoianni è esattamente come ce lo potevamo immaginare: un sacco di idealità, di slanci, di questioni anche giuste, ma appoggiate su basi ideologiche poco sostenibili.
Il programma del PD è un enorme elenco di cose mirabolanti (e a volte ridicole) da fare, senza alcuna visione strategica e senza una sola indicazione sulle risorse da impiegare.
Il programma dei 5 Stelle, oltre alla fuffa populista e al ricorso alla spesa pubblica, ha un difetto esiziale: manca di una visione strutturale dei problemi, e propone solo piccoli interventi inutili e scollegati.
Il programma elettorale della destra è esattamente quello che ci aspettavamo: un grande imbroglio. Descrizione e commento.
Calenda-Renzi; appunti per una discussione che vada oltre “mi stanno simpatici / mi stanno antipatici”.