Ma le campagne elettorali non erano meglio quando non ci si scontrava su sciocchezze ma su interessi autentici e contrapposti delle diverse categorie sociali?

Ma le campagne elettorali non erano meglio quando non ci si scontrava su sciocchezze ma su interessi autentici e contrapposti delle diverse categorie sociali?
Discutevamo ieri, in redazione, delle terrificanti boiate che bisogna sorbirsi in questa campagna elettorale, dall’abolizione dei jet privati al blocco navale dei porti. La maggior parte di queste proposte sono manifestamente false, o impossibili, o francamente stupide e onestamente, pur accettando che una parte di minus habens possa accoglierle come vere, non possiamo credere che costoro siano la maggioranza della popolazione italiana. Allora perché sparare idiozie così eclatanti? La risposta che ci siamo data è la seguente: non si tratta di proposte politiche assunte per un valore di verità (vero o sbagliato, giusto o ingiusto), ma per la loro funzione comunicativa. Sono dei marcatori semantici che, come le pisciatine dei cani, definiscono un territorio, e quindi il branco che quel territorio presidia. Gli elettori di destra non credono (salvo pochi casi umani) che con Meloni e Salvini si bloccheranno davvero i porti per impedire l’immigrazione, ma vogliono sentirlo dire perché non conta il testo (mettere navi militari a sparare ai barconi) ma solo il sottotesto, quello implicito che crea identità (siamo muscolari, siamo cazzuti, a noi nessuno ci mangia sulla testa…). Attenzione però: la comunicazione ha regole strane. Se anche lo scopo è il sottotesto, la profusione di boiate irreali che viene dispensata provoca cambiamenti nei linguaggi, e quindi nelle coscienze, e quindi nei comportamenti. Questa non è una teoria, è un’evidenza. Attenzione a maneggiare le parole, e attenzione a ciò che si dichiara di desiderare.
E’ il popolo che è “bue” (specie se vince l’avversario politico) o sono i leader politici che non sanno comunicare?
Le fibrillazioni nel governo sono espressione dell’estrema povertà nella cultura politica attuale.
I simboli sono potenti strumenti di comunicazione politica, a saperli usare. Ma in Italia chi ha il carisma, la visione, la capacità di mostrare nuovi simboli per la sfida che ci attende?
Casaleggio jr promuove uno “studio scientifico” per immaginare il futuro dell’Italia. Poca scienza, tanta fuffa, tantissima comunicazione.
Che colpa ne ho se i fascioleghisti hanno alcune posizioni identiche alle mie, se pur per ragioni opposte?
Zingaretti si inventa una raccolta firme che se va male sarà un disastro, e se va bene sarà inutile.
Il corpo calloso della manipolazione dell’informazione e delle coscienze impedisce ai più di comprendere le minacce alla democrazia di questo governo.
Il meccanismo che fa sopravvivere il governo è abbastanza facile da comprendere. E ha pochissimo a che fare con la politica.
Il carisma 2.0, nel terzo millennio, non è di casa nel centro-sinistra. Ma potrebbe anche essere un bene…
Le parole stanno perdendo significato, le parole diventano slogan, gli slogan ci stanno omologando.
Al momento la strategia comunicativi di Salvini risulta vincente. Ma in autunno, alle dichiarazioni pirotecniche, bisognerà pur sostituire delle scelte concrete…