Poiché sono stato apostrofato come uno che considera “bue” il popolo, vorrei proporre un ragionamento logico. Non politico; logico.
Leggo a sinistra uno stracciarsi di vesti sull’imminente vittoria delle destre che faranno strame dei diritti. Di partiti centristi (Calenda) di stampo “padronale”. Di Costituzioni che verranno calpestate. Questa Apocalisse è molto tipica, e quotidiana, nella stampa di sinistra (io leggo o leggiucchio tutto, il manifesto qui funge da modello). Ora: supponiamo che stravinca la destra e che Meloni diventi premier (uno scenario non scontato ma possibile). A questo punto, gli stracciatori di vesti, a cosa penseranno? Che le elezioni siano state truccate (sindrome trumpiana)? Che le centrali disinformative russe avranno ben lavorato? O, appunto, che il popolo è “bue”?
A sinistra non lo direbbero mai, certo, perché la sinistra ama il popolo, lo ama così tanto che ama anche Conte, che è populista, e chi ama il popolo più di un populista? Non si chiamerebbe ‘populista’ se amasse i padroni, giusto?
Allora, rifiutata con sdegno l’idea che il popolo abbia votato Meloni (come l’altro ieri Grillo) perché “bue”, ignorata per timore del ridicolo l’idea di una truffa elettorale, e al netto delle bufale spalmate da Putin (che ci sono e ci sono state, ma se avessero un effetto determinante si tornerebbe all’idea del popolo boccalone, quindi bue), non resta che un’ipotesi.
L’unica spiegazione per la (possibile, ancora non diamola per certa) sconfitta del centro-sinistra sarebbe l’incapacità di questo settore di convincere gli elettori. Non è che il centro-sinistra (li metto assieme per semplificare; diciamo: tutte le componenti politiche non sovraniste, non fascistoidi, non lepeniane, etc.) non ha avuto la possibilità di spiegarsi; non ha subito censure; ha gran parte della stampa e dell’informazione in genere a favore; è stata in buona parte al governo manovrando le leve del potere; cosa diavolo doveva volere, di più, per giocarsela ad armi pari?
Letta, leader del più grande partito di quell’area, ha avuto agio di scegliersi gli alleati (oscillando vergognosamente fra Conte e Calenda), di proporre un programma (oddio: quale sarebbe, Ius Scholae a parte?), di mostrare di che pasta è fatto. Idem Renzi, Calenda e financo le venti o trenta sinistre che si agitano come api matte cercando alleati, firme per fantomatiche liste, testimonial.
La domanda quindi è: perché il centro-sinistra non convince? (Ammesso che perda, io non la darei ancora come una certezza).
Qualora si uscisse sconfitti dalle prossime elezioni, quindi, e laddove si volesse fare un’autentica analisi della sconfitta, i punti da mettere sul tavolo sono, alla fin fine, pochi:
- essere ondivaghi non premia; qui penso in particolare al PD e alla sua sciaguratissima scelta pro-5 Stelle; non basta averli abbandonati all’ultimo miglio, tanto più quando metà di quel partito invoca ancora l’alleanza coi proto-fascisti grillini;
- essere divisi non premia; la destra lo sa da 20 anni e vince (ma non sa governare), mentre la sinistra continua con la sua divisione in componenti insignificanti; qui penso specialmente alle forze a sinistra del PD che – questa è la spiegazione antropologica – essendo depositarie di una “verità” messianica, non sono disponibili ad aggiustamenti, compromessi, convergenze;
- essere tattici non premia; le soluzioni improvvisate di problemi estemporanei (dal ddl Zan allo Ius Scholae) senza una visione complessiva e strategica del mondo, serve per acchiappare un clic, un titolo sui giornali, ma alla lunga disturba, non dà affidamento.
Se la destra vincerà è perché mostra il contrario: è unita (apparentemente), ha poche idee e chiare, ha una visione. Questa visione è un disastro? Porta alla rovina dell’Italia? È irrealizzabile? È antistorica? Ok. E come mai, se è così disastrosa, nessuno sembra in grado di indicare l’errore in modo chiaro, conciso, ben comunicato?
Il problema è di comunicazione ma, attenzione, com’è noto la comunicazione è costituita da forma + contenuto. E’ fatta di belle parole che veicolano concetti chiari. E i concetti sono chiari non perché li immagina tali colui che li propone, ma perché sono percepiti tali da chi riceve il messaggio. In conclusione: bisogna sapere parlare al popolo, dicendo cose chiare e comprensibili. I 1.000 Euro ai pensionati (Berlusconi) è molto chiaro. Come comunicare ai diretti interessati che è una boiata pazzesca, insostenibile, impossibile? Qui non ci sono che due risposte:
- è possibile, ma i leader del centro-sinistra non sanno farlo;
- è impossibile perché il popolo è bue, e non è disponibile a capire altro che quello che vuole capire.
Ma anche in questo secondo caso non ci sono che due conclusioni:
- abbiamo perso, perderemo sempre, perché qualcosa ci è definitivamente sfuggito di mano, e gli italiani (l’umanità) sono come un branco di lemming che vogliono correre felicemente verso il precipizio; oppure:
- bisogna fare una ciclopica opera di verità, di sincerità, di esempio, con una linea chiara, con idee chiare, con la voglia di stare nei territori, di ben governare, di ben comunicare, indicando sempre, e sempre, e sempre, una solida visione, perché al dunque c’è e ci sarà sempre una verità che si imporrà.
Le bufale della destra si scontreranno con l’Europa, coi mercati, con la crisi energetica, coi problemi del lavoro, con le guerre putiniane, col bullismo della Cina, col problema familiare di arrivare alla fine del mese… E chi avrà fatto un’operazione di verità sarà premiato, chi avrà illuso sarà punito.