La disperata ricerca di un’idea a sinistra

L’ultima pensata di Zingaretti è la raccolta delle firme dei cittadini italiani a sostegno della mozione di sfiducia contro Salvini, che si discuterà in aula il 12 settembre (QUI il lancio dal sito del PD, QUI invece un breve articolo giornalistico).

Perché?

Mentre la mozione di sfiducia – ancorché inutile – è doverosa, la raccolta di firme “a sostegno” non significa nulla. Nessun valore legale, per intenderci. C’è ovviamente il valore politico, simbolico. In cosa consisterebbe? Mah! Contarsi? Sono/Siamo (gli oppositori tutti, non solo quelli del PD) 4 gatti, come conferma il sondaggio apparso oggi sul Sole. Mobilitare il popolo in modo che si tenga allenato per le Grandi Lotte Vincitrici che prossimamente ci libereranno del tiranno? In agosto? Oppure, forse, semplicemente, far vedere che il PD c’è, esiste, fa cose e vede gente…

Io non riesco a capire perché tutti i comunicatori, spin doctor e mass mediologi assortiti di un qualche valore stiano con la destra… si vede che pagano meglio ma, gente, qui siamo fra il ridicolo e il disperato: disperatamente ridicola è questa mobilitazione agostana che i superstiti circoli PD dovranno affrontare per raccattare un po’ di firme, in numero sufficiente (e non certificato da nessuno) per non fare l’ennesima figura di tolla.

L’idea vecchia (i gazebo, le file per le primarie di cui andare fieri, lo zoccolo duro…) di mobilitare fisicamente migliaia di individui sotto il solleone per “sostenere” un’azione parlamentare che non avrà alcun impatto, in un momento in cui il Truce vola col vento in poppa, ecco, mi sembra una sciocchezza della leadership del maggiore (parola grossa…) partito di opposizione.

Questo partito continua a non capire che prima di mobilitare la gente serve i) una visione; ii) che quella visione deve essere riempita di un programma, anche minimo; iii) che il programma e la visione vanno comunicati in maniera semplice; iv) che chi la comunica deve avere autorevolezza e carisma. Ebbene, sarò ingeneroso, mi spiace, ma su questi quattro punti fondamentali il PD è esattamente a zero. Sia chiaro: assieme a Forza Italia (quel che ne resta), assieme alla Sinistra, e con una parziale eccezione di +Europa, che coglie almeno i punti i e parzialmente ii ma che conta come il due di picche.

Questa cecità fa il paio con quella storica contro Berlusconi: un ventennio a cercare la soluzione giudiziaria non solo senza riuscirci, ma abdicando al dovere politico di cercare un linguaggio, un’azione, una strada autonomi, sganciati da quella cultura “berlusconiana” assolutamente vincente ben oltre le fortune del Cavaliere, cultura sempre riconosciuta (lo stile comunicativo, l’uso dei mass media…) e continuamente imitata anche a sinistra.

Insisto su un concetto che ho espresso ormai non so quante volte: serve la politica; serve più politica. Una politica fatta non di improvvisazioni ma dei quattro punti elencati sopra; e se lo stile comunicativo e il leader capace di farsene carico, sono punti fondamentali che guardano alla miseria contemporanea della politica 2.0 (e potremmo quindi anche discuterne), il PD sembra in affanno con i primi due punti fondamentali: visione e programma. Posso tranquillamente dire che non so quale sia il punto di vista del PD sui migranti? Non in astratto, non con uno slogan (allo slogan penseremo dopo) ma in concreto. Posso dire con altrettanta tranquillità che mi è sconosciuto il programma PD per la sicurezza delle città e nelle periferie? E oltre – appunto – alle frasi a effetto quando compare Greta, sull’ambiente qual è il piano? E sulle disuguaglianze? Patrimoniale sì o no? Come recuperare soldi per non innalzare di un centesimo le tasse ma garantire equità e stato sociale? C’è qualcuno che lo sa? Zingaretti saprebbe rispondere? Non lo credo. Il dibattito in quel partito è ormai risolto in una continua scaramuccia fra componenti, una contro l’altra e tutte contro Renzi, che ha assicurato il suo impegno nella raccolta firme.

Tanto è inutile.

(In copertina: il vostro blogger a pezzi…)