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Fino al 2017 è stato un movimento civico in cui molti di noi hanno creduto. Poi c’è stato un colpo di mano, un atto notarile che ha sigillato il nuovo statuto e il conferimento di tutti i poteri a Casaleggio e Di Maio. Un colpo di mano di cui molti non si sono accorti. Faccio notare che l’atto fondativo non era pubblico, nessuno di noi aveva capito quello che stava accadendo. (Elena Fattori, in un’intervista comparsa sul Riformista del 2 dic. 2020).

Non ho problemi a definire il ministro Luigi Di Maio il meno adeguato a occupare quello scranno. E’ una mia opinione personale e aggiungo che, in fin dei conti, il problema non è neppure la sua impreparazione quanto l’assenza di una politica estera che si traduce in assenza di una strategia di difesa. In tutti gli scenari internazionali, non si capisce mai da quale parte penda l’Italia. Non sappiamo chi sono i nostri alleati e dunque non sappiamo neppure chi sono i nostri nemici (gen. Marco Bertolini, già capo di Stato Maggiore del comando Isaf in Afghanistan, sul Foglio dell'8 gen 2020)

Senonché una volta che Di Maio ha incassato da Grillo la conferma dell’investitura ha subito cambiato spalla al suo fucile. Già Di Maio non controlla comunque i gruppi, in più egli è sempre stato la destra del movimento tant’è che si è lasciato letteralmente spolpare da Salvini perché condivideva quasi tutte le sue posizioni politiche [...]. Sta di fatto che tutta l’area del Pd che aveva costruito, Cacciari in testa, la teoria secondo la quale il grillino è un “buon selvaggio” di estrema sinistra da acculturare e guidare da parte della superiore sapienza del gruppo dirigente del Pd, si trova invece di fronte a un selvaggio tutt’altro che buono, anzi a un cannibale, che tende ad azzannare, dopo averlo tramortito nel sonno, chi gli si avvicina troppo. Finora i piddini già ci hanno rimesso un braccio e una gamba, adesso sono a rischio gli altri due arti, ma anche la testa. (Fabrizio Cicchitto, sull'HuffPost del 2 dic 2019)